L’influenza “bersaglia” i bimbi. Il pediatra: «Fate il vaccino»

I consigli alla famiglia

L’influenza “bersaglia” i bimbi. Il pediatra: «Fate il vaccino»
di Matteo BOTTAZZO
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Martedì 5 Dicembre 2023, 22:04 - Ultimo aggiornamento: 22:17

La stagione influenzale è il periodo dell'anno in cui l'influenza è più diffusa e provoca un aumento dei casi di malattia. Attualmente i virus influenzali che stanno girando appartengono prevalentemente al genotipo A e in minima parte al genotipo B: per tale motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda per il 2023 un vaccino quadrivalente, capace di garantire in un’unica dose la protezione verso due ceppi di tipo A e due ceppi di tipo B. Una protezione necessaria soprattutto per i bambini, così come affermato anche da Pierluigi Manni, segretario generale della Società Italiana Medici Pediatri e pediatra di libera scelta, impegnato nella corretta divulgazione scientifica.

Il pediatra: «La patologia influenzale crea non poche difficoltà fino  a 6 anni»

«Il vaccino è importante perché stiamo parlando di una patologia che con il tempo cambia e può avere effetti diversi sui pazienti, in particolare sui più piccoli - sottolinea -. In passato si riteneva che a doversi vaccinare per l’influenza fossero solo alcune categorie di persone a rischio, come gli anziani, o i portatori di patologie croniche come cardiopatici, ipertesi, asmatici o diabetici. Come raccomandato dall’accademia di pediatria del Nord America, si è visto che la patologia influenzale crea non poche difficoltà in una determinata fascia d’età, quella che va dai 6 mesi ai sei anni. Uno studio che è stato fatto proprio da parte del Ministero della Salute anche in Italia oggi la vaccinazione per l’influenza è particolarmente raccomandata per i bambini».
Non mancano però i casi in cui ci si trova davanti ad alcuni soggetti che non rispondono al vaccino, anche a questo però c'è una spiegazione scientifica, su una casistica rara ma esistente: «La vaccinazione antinfluenzale, come accade per tutti i vaccini può non funzionare perché ci sono dei soggetti definiti no responder. Il virus dell’influenza è a Rna e perciò tende rapidamente a modificarsi, questo comporta che accada che nonostante l’isolamento del virus, questo modifichi la sua struttura e diventi più resistente al vaccino. Mi preme però specificare che il più delle volte c’è un abuso del termine influenza, spesso i nostri pazienti sono affetti da virus che non hanno a che fare con l’influenza, ma si tratta di sindromi parainfluenzali». 
Il dottor Manni insiste sulla necessità e l'importanza di vaccinarsi ogni anno: «Il consiglio è comunque quello di rivolgersi al proprio pediatra di fiducia, in ogni occasione in cui un bambino dovesse manifestare dei sintomi al fine di evitare conseguenze più gravi di quelle che normalmente siamo in grado di gestire anche tra le mura domestiche».

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