Auto contro moto, muore un 29enne: il conducente era ubriaco, drogato e andava a 120 Km all'ora. Resta ai domiciliari

Foto concessa da Melendugno.net
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di Andrea TAFURO
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 14:55 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 18:43

Il conducente della Jaguar, R.T. 44enne di Otranto, rimasto coinvolto nell’incidente stradale di Torre Specchia in cui è morto il 29enne Aldo Gjoka, guidava sotto l’effetto di cocaina, cannabinoidi ed era ubriaco. Non solo, secondo le verifiche dei carabinieri di Melendugno intervenuti per i rilievi, la macchina sfrecciava ad una velocità di 120 km/h, ben oltre il limite stradale stabilito in 50 km/h. Sono questi alcuni degli elementi, che verranno posti al vaglio del pm Giorgia Villa, in attesa della nomina del Ctu della Procura per gli accertamenti tecnici sui due veicoli coinvolti nello scontro mortale del 7 settembre scorso lungo la litoranea adriatica. 

 

La dinamica dell'incidente: forse un'invasione di corsia


Secondo una prima parziale ricostruzione dei fatti – effettuata dai militari del comando di Vernole e dai colleghi di Melendugno – l’uomo alla guida della Jaguar, dopo aver superato una curva all’altezza di via Plutone, avrebbe invaso la corsia opposta andando a sbattere contro la Yamaha 690 Mtm guidata da Aldino.

In seguito dello scontro l’auto è finita contro il guardrail, mentre la moto e il centauro sono andati ad impattare contro un muretto perimetrale di una proprietà privata, abbattendolo. Per terra i segni della tragedia: vetri in frantumi, pezzi di lamiera contorti e un palo dell’illuminazione pubblica divelto. Il mezzo a due ruote completamente distrutto nella parte anteriore, nell’impatto ha preso anche fuoco. Lo sfortunato centauro è morto sul colpo. A nulla purtroppo sono valsi i ripetuti tentativi di rianimarlo dei sanitari del 118 giunti sul posto dalla vicina postazione di San Foca. Il cuore di Aldino aveva già smesso di battere: troppo gravi le ferite riportate nell’incidente. Il medico del pronto intervento ha potuto solo constatare il decesso del 29enne albanese, nato a Tirana ma residente a Lecce da tanti anni con un impiego in un consorzio di onoranze funebri. 

Il 44enne ai domiciliari


Intanto R.T., difeso dall’avvocato Nicola Di Bello del foto di Brindisi, resta ai domiciliari. La convalida dei domiciliari per l’uomo, anche lui di origine albanese, è arrivata nei giorni scorsi dopo le dimissioni dall’ospedale “Fazzi” di Lecce, a firma del Giudice per le indagini preliminari Anna Paola Capano, che ha aperto un fascicolo d’indagine per l’ipotesi di omicidio stradale. Un atto dovuto per approfondire il caso. I familiari di Aldo Gjoka sono assistiti dall’avvocato Stefano Carlà.

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