Giustizia e favori, chiuse le indagini: rischiano il processo due magistrati di Lecce e altri otto. Le accuse

Sono indagati i giudici Pietro Errede, ai domiciliari, e Alessandro Silvestrini, in stato di libertà

Giustizia e favori, chiuse le indagini: rischiano il processo due magistrati di Lecce e altri otto. Le accuse
di Roberta GRASSI
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Venerdì 22 Settembre 2023, 12:03 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 15:23

Giunge al capolinea l'inchiesta su giustizia e favori alla sezione Fallimentare del Tribunale civile di Lecce. La Procura di Potenza ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di dieci persone. Tra questi figurano due magistrati: Pietro Errede, sottoposto ai domiciliari, e Alessandro Silvestrini, indagato in stato di libertà. 
Rischiano di affrontare il processo anche Alberto Russi, avvocato e compagno di Errede; Antonio Casilli, avvocato e consulente del Tribunale; i commercialisti Marcello Paglialunga, Emanuele Liaci, Giuseppe Evangelista e Massimo Bellantone; l'ex funzionario della Regione Antonio Vincenzo Salvatore Fasiello, e l'imprenditore Eusebio Giovanni Mariano, di Surbo. 

Le indagini e il lavoro della Procura

L'impianto accusatorio viene sostanzialmente confermato dal procuratore della Repubblica Francesco Cucio, e dai pm Maurizio Cardea, Vincenzo Montemurro e Anna Piccininni. Le accuse contestate a vario titolo sono la tentata concussione, corruzione in atti giudiziari, turbativa d’asta e un tentativo di estorsione in danno dell’ex sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta, per un Rolex Daytona di 20mila.

Orologio che Errede avrebbe alla fine acquistato personalmente e che avrebbe dovuto essere “rimborsato” da Mazzotta, imprenditore titolare della società Barone di Mare, sottoposta a misura di prevenzione e quindi al controllo giudiziario all’epoca dei fatti, ma all’insaputa del magistrato. Nell’inchiesta si è parlato, in buona sostanza, di incarichi in qualche modo “pilotati” e di una serie di regalie giunte al giudice Errede per il tramite dei consulenti. 

Il sistema

Un “sistema” fatto di contatti e amicizie e che è stato anche oggetto di intercettazioni telefoniche e ambientali. Il focus investigativo nasce da un esposto presentato in Procura, a Lecce, da Saverio Congedo ed Emanuele Macrì, in qualità di professionisti nominati quali amministratori giudiziari nell’ambito di una procedura. Poi la notizia di reato è stata trasmessa a Potenza. Da qui gli ulteriori approfondimenti: sarebbero state date a Errede informazioni privilegiate su un’asta giudiziaria, oltre a una serie di elargizioni. Silvestrini, invece, risponde in stato di libertà di due episodi di presunta corruzione in atti giudiziari. Uno in concorso con Bellantone, che gli avrebbe garantito secondo le tesi accusatore una sponsorizzazione al Csm per la nomina a presidente del Tribunale (partita ancora aperta) e l’altro per aver aggiudicato (con regolare atto d'ufficio) un’asta giudiziaria in cambio - sostene l'accusa -  di una cernia (in realtà una ricciola) da quattro chili e dell'interessamento per reperire una partita di tegole. Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Michele Laforgia, Donatello Cimadomo, Roberto Rella, Luigi Covella, Francesco Vergine, Fabio Di Ciommo, Luigi Vetere, Alberto Egidio Gatto, Luigi Suez, Enrico Chirivì, Amilcare Tana, Enrico Gargiulo, Leonardo Pace e Giancarlo Raco.

Ora gli indagati avranno 20 giorni di tempo per chiedere di essere indagati o per presentare memorie, dopodiché i pm potranno decidere se chiederne o meno il rinvio a giudizio.

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