Gallipoli, operaio morì folgorato: assolto il datore di lavoro

Il Palazzo di Giustizia di Lecce
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Martedì 24 Maggio 2022, 16:06 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 19:50

«Fatto non costituisce reato». Con questa formula è stato assolto l'imprenditore G.P., 42 anni, originario di Altamura, sotto processo per difendersi dall'accusa di essere stato resposanbile dell'incidente sul lavoro accaduto il 10  febbraio 2015 a Gallipoli in cui perse la vita l'operaio Piero Colazzo, 45 anni.

«Non aveva indossato i guanti isolanti»

La difesa rappresentata dall'avvocato Dimitry Conte ha sostenuto nell'arringa di questa mattina davanti al giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine, che G.P. avesse seguito le procedure per consentire a tutti i suoi dipendenti dell'impresa Dipe di lavorare in condizioni di sicurezza: dai corsi di formazione, ai dispositivi di protezione fino ai controlli dell'osservanza delle norme di prevenzione sugli incidenti. Nel caso specifico la difesa ha ritenuto che Colazzo quel giorno che stava sostituendo le lampadine all'impianto di illumuinazione in via Riviera Armando Diaz, avesse sì ricevuto i guanti per restare completamente isolato da eventuali scosse elettriche ma che non li avesse indossati.

Omicidio colposo

Omicidio colposo per inosservanza delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, l'ipotesi di reato ravvisata all'epoca della tragedia dal pubblico min istero Paola Guglielmi.

Oggi in udienza l'accusa è stata sostenuta dal pm Luigi Mastroniani che ha chiesto l'assoluzione sulla base dell'esito della consulenza disposta dalla difesa e dell'ascolto del dirigente dello Spesal sulla presenza dei guanti isolanti nel corredo di lavoro di Colazzo. La famiglia della vittima è rappresentata dall'avvocato Francesco Vergine.

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