Gallipoli, arrestato un poliziotto. L'accusa: «Picchiava la compagna, anche davanti alla figlia piccola»

Gallipoli, arrestato un poliziotto. L'accusa: «Picchiava la compagna, anche davanti alla figlia piccola»
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Venerdì 22 Luglio 2022, 21:45 - Ultimo aggiornamento: 22:02

Un poliziotto della Penitenziaria originario di Gallipoli è stato arrestato - si trova ora ai domiciliari con il braccialetto elettronico - perché accusato di maltrattamenti in famiglia, minacce e lesioni personali aggravate. La misura è stata disposta dal gip Angelo Zizzari su richiesta del pubblico ministero Rosaria Petrolo. L'uomo, secondo l'accusa, era solito picchiare la compagna fra le mura di casa. L'agente ha negato ogni addebito nel corso dell'udienza di convalida del fermo, ma la gip ha ritenuto di confermare la misura cautelare. La richiesta di scarcerazione presentata dall'avvocato difensore del poliziotto, Roberto De Mitri Aymone, passerà ora al vaglio del Tribunale del Riesame.
 

Il racconto dell'orrore

 
La donna ha raccontato ai carabinieri anni di violenze, alle quali in più occasioni avrebbe assistito anche la figlia piccola. Le sarebbe stato precluso l'uso dei social, per gelosia, e l'agente avrebbe seguito ogni spostamento della compagna con il gps per verificare quanto lei affermava prima di uscire da casa. La spirale di vessazioni e prevaricazioni avrebbe spinto la donna a rassegnare le dimissioni dal posto di lavoro, in particolare dopo essere stata presa a calci e pugni perché un collega l'avrebbe apostrafata amichevolmente dicendo "Ciao bella, sei arrivata?".  Secondo la denuncia, almeno in una circostanza, il poliziotto avrebbe aggredito la compagna perché insoddisfatto dalla pulizia della casa che - siamo all'agosto del 2021 - da lì a poco avrebbe accolto alcuni ospiti.  Le violenze hanno costretto la donna a ricorrere in almeno due occasioni alle cure dei medici dell'ospedale: a gennaio del 2022 e lo scorso giugno, presentando ferite che sono state giudicate guaribili in dieci e sette giorni. A nulla è servito abbandonare quella casa degli orrori: l'agente avrebbe perseguitato la sua vittima fino all'esasperazione. 
E il giudice, ritenendo attendibili la testimonianza e le risultanze investigative, ha dunque confermato gli arresti domiciliari. 

 

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