Gabellone alla Regione: «Finanziate la via Francigena»

Un tratto della via Francigena
Un tratto della via Francigena
di Paola COLACI
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Sabato 7 Maggio 2016, 06:52 - Ultimo aggiornamento: 14:10
Pioggia di soldi per la via Francigena: 20 milioni di euro per riportare agli antichi splendori l’antica rotta dei pellegrini. Ma il tracciato si ferma a Brindisi e il Salento resta fuori dai finanziamenti dal Cipe nei giorni scorsi. E Gabellone scrive al presidente Emiliano e all’assessore Capone: «La Regione riconosca la prosecuzione della via Francigena sino a Otranto e Santa Maria di Leuca».
In realtà, la missiva che porta la firma del presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone precede di un paio di giorni la decisione del Comitato interministeriale per la Programmazione economica che lo scorso lunedì ha stanziato 20 milioni di euro per il prolungamento dell’antico tracciato che, attraverso la Puglia, collegava il cuore dell’Europa alle vie dei pellegrinaggi verso la Terra Santa.
 
La decisione di “stoppare” il tracciato a Brindisi, in realtà, fu assunta dalla Giunta dell’ex governatore Nichi Vendola nel 2013. Tre anni fa il governo regionale stabilì di escludere dal percorso sacro l’intero Salento e i porti di Otranto e Santa Maria di Leuca nonostante queste località costituissero luoghi di imbarco di navi di pellegrini in rotta verso la Terrasanta e l’intera provincia fosse un avamposto templare. Scelta che non è mai andata giù al numero uno di Palazzo dei Celestini tanto che, agli inizi del 2015 scrisse a Vendola e all’ex assessore alla Cultura e al Mediterraneo Silvia Godelli riportando gli studi condotti dal Laboratorio di Geografia economico-politica del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento.

E il team di esperti, coordinati dalla professoressa Anna Trono, individuarono due ulteriori tratti della via Francigena che si snodavano sino a Otranto e Santa Maria di Leuca, punti privilegiati di imbarco e sbarco per la Terra Santa. Senza contare, poi, i numerosi luoghi di culto disseminati lungo il percorso. «Si pensi alla cripta di San Salvatore a Giurdignano, al casale medievale di Quattro Macine a Giuggianello dove sono state ritrovate le ampolle del pellegrino, alla chiesa di San Salvatore a Sanarica, al tratto crinale fino a Ruffano definito via misteriosa perché si esercitavano i Santi misteri all’ombra dell’antico bosco di belvedere e alla Serra dei peccatori a Specchia», si legge nella relazione della professoressa Trono che cita numerosi altri luoghi di culto, santuari e cappelle dove i fedeli diretti a Leuca sostavano e che testimoniano l’intreccio tra il lungo percorso e il pellegrinaggio locale. Dunque, perché escludere il Salento dal tracciato pugliese della vi Francigena? Stessa domanda che Gabellone rivolse anche al ministro dei Beni e delle Attività culturali Dario Franceschini.

L’unica risposta che il presidente ha ottenuto, tuttavia, porta la firma dell’ex assessore regionale al Turismo Godelli: «Nell’approvazione della propria delibera – scrisse l’assessore nel febbraio del 2015 – la Regione Puglia si è basata su un tracciato autorevole e già georeferenziato nel 2013. Nei tempi possibili e appena saranno disponibili risorse per coprire i costi necessari, si potrà procedere a georeferenziare anche il percorso a Sud di Brindisi, proseguendo il tracciato nel Salento». Una promessa che Gabellone non ha dimenticato e che ora torna a far presente al nuovo governatore Michele Emiliano e all’attuale assessore alla Cultura e al Turismo Loredana Capone. Soprattutto ora che i soldi per mantenerla ci sono. 
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