Prima in auto poi in aereo: un viaggio di 72 ore dall'Ucraina in Puglia per sfuggire alla guerra. La storia di Giulia e di mamma Irina

Prima in auto poi in aereo: un viaggio di 72 ore dall'Ucraina in Puglia per sfuggire alla guerra. La storia di Giulia e di mamma Irina
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Domenica 27 Febbraio 2022, 19:44 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 08:41

Ora si trova in Puglia, lontano dalle bombe e dalla paura. Quasi 72 ore di viaggio da Ternopil', in Ucraina, a Foggia per riabbracciare la mamma Irina. Giulia, 24 anni, è fuggita appena la guerra è cominciata. In gran fretta ha messo in valigia tutto ciò che poteva e, con un'amica, è scappata da casa.

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La fuga dalle bombe

La fuga è cominciata in auto e poi, una volta in Romania, in aereo.

Da ieri Giulia è in Puglia e dorme in un letto nella casa di sua madre, a Foggia. Il viaggio che ha permesso alla giovane di sfuggire dagli orrori della guerra è durato tre giorni e tre notti.

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La storia la racconta all'Ansa la mamma Irina che da oltre 20 anni lavora come assistente agli anziani nel capoluogo dauno. Ieri notte la donna era all'aeroporto di Bari ad attendere la figlia. Quando l'ha vista e l'ha abbracciata è scoppiata a piangere. Un pianto interrotto solo dalla fretta di dover raggiungere l'ultimo bus delle 23 che le ha riportate nel capoluogo dauno.

«Siamo disperati e terrorizzati per ciò che sta accadendo in Ucraina - racconta Irina - e lì c'è ancora l'altra mia figlia più grande, di 29 anni. È incinta, il marito è stato richiamato alle armi e non può raggiungermi in Italia».

«Giulia è fuggita da Ternopil' giovedì mattina appena è scoppiata la guerra - ricorda la donna - ha attraversato le frontiere affrontando lunghissime code di auto incolonnate cariche di persone che, come lei, cercavano di andar via dalla guerra. Era in auto con una sua amica - prosegue -. Poi, passando per l'Ungheria, ha raggiunto la Romania dove ha preso un aereo che l'ha riportata da me». Ma il pensiero di Irina va al popolo ucraino. Al suo popolo. «La mia terra così bella ora è allagata di sangue. Quello dei nostri fratelli, dei nostri genitori, dei nostri figli - dice -. Non ci aspettavamo una guerra nel ventunesimo secolo. È tutto terribile. E io prego per loro».

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