Ucraina, cattolici e ortodossi russi in preghiera sulla tomba di San Nicola a Bari: «Siamo strumenti della tua pace»

Ucraina, cattolici e ortodossi russi in preghiera sulla tomba di San Nicola a Bari: «Siamo strumenti della tua pace»
di Enrico FILOTICO
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Domenica 27 Febbraio 2022, 10:32 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 15:34

«Noi tutti, cattolici e ortodossi, insieme al rettore della chiesa russa di Bari, desideriamo invocare l'intercessione di San Nicola su questi giorni bui perché torni la pace, perché termini la guerra, perché si possano seppellire i morti, consolare gli afflitti e annullare ogni forma di ingiustizia». Sono le parole dell'arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano, dalla cripta della Basilica di San Nicola, nella preghiera ecumenica per la pace in Ucraina con il rettore della Chiesa ortodossa russa di Bari, padre Viacheslav Bachin.

«O Padre, autore e amante della pace - ha pregato il vescovo - , a te si rivolgono le persone di buona volontà, mentre dalla terra si eleva il grido dei popoli minacciati dalla guerra. Ti preghiamo per l'Ucraina e per tutti i Paesi afflitti da orrori e lacrime. Ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana più che gli interessi di parte, perché tutti siamo stati creati fratelli. Il tuo figlio, che ha vinto nel suo sangue ogni inimicizia, fortifichi nell'amore il cuore di ogni uomo e di ogni donna, affinché nessuno tema le armi di alcun nemico. Lo Spirito Santo, signore della comunione, ci renda tutti operatori di giustizia e strumenti della tua pace». Al termine della preghiera, monsignor Satriano, padre Bachin, i padri domenicani e poi i fedeli che attendevano in chiesa, hanno deposto una lampada accesa ai piedi della tomba di San Nicola, con «il desiderio di rischiarare l'oscurità delle tenebre che avvolgono il mondo in quest'ora».

In quello stesso luogo il 14 marzo 2007 il presidente russo, Vladimir Putin, a Bari in occasione del vertice italo-russo, si inginocchiò davanti alle reliquie del santo di Myra e baciò la sua tomba.

In centinaia in piazza con bandiere e striscioni per dire no alla guerra. La Puglia al fianco del popolo ucraino vittima dei bombardamenti russi

In piazza il grido "no war" dei cittadini

È stato un sabato mattina di piazza per Bari, centinaia di persone si sono riunite in corso Vittorio Emanuele per dire no alla guerra che ormai da tre giorni è scoppiata in Ucraina. Lo scorso 24 febbraio l'esercito russo ha attaccato il confine ucraino riportando la guerra all'interno del perimetro europeo, settant'anni dopo l'ultima volta. In tutti i capoluoghi pugliesi sono state organizzate manifestazioni di piazza per dire no al conflitto armato, restituendo al dibattito pubblico istantanee in cui le genti di tutte le città sono scese in piazza con una sola voce. «Era una necessità condivisa quella di farsi vedere e sentire. È stata fin da subito una piazza molto colorata, diventata forse più gremita con bandiere della pace, moltissime dell'Ucraina e simboli di numerosissime associazioni. Sono stati tantissimi a sottoscrivere il documento fatto circolare dal Comitato per la pace in terra di Bari racconta Marialessia Fanelli, manifestante presente all'evento -. Altra cosa molto bella è che nonostante l'evento fosse luttuoso mi aspettavo una piazza di persone molto giovani. Invece non c'era una fascia d'età prevalente, questo mi ha fatto sentire come se facessi parte in un quel momento di una piccolissima delegazione di umanità che sta chiedendo la pace. È stata una sensazione molto bella».

Manifestazione per la pace in Ucraina


Fanelli poi ha raccontato i sentimenti che si sono respirati: «È stata una mattina pregna di preoccupazione. A chiunque chiedessi c'era gente piena di paura per la violenza che pare inarrestabile. Io penso però che la gente è tornata a casa con una dimostrazione di empatia. Le piazze sono anche questo e lo sono state anche questa volta che l'evento è stato tragico». La manifestante ha poi ricordato poi la poesia di Gianni Rodari La Luna di Kiev, tornata di grande attualità in questi giorni: «È come se fossimo consapevoli che non è un problema di una parte del mondo quanto un problema di tutti, nella poesia Rodari dice che non esiste la luna di Roma e quella di Kyev. Noi vorremmo che universale non fosse solo la luce lunare ma anche il valore della pace, infatti dalla piazza si è levato un messaggio di pace come metodo e non solo come obiettivo».

Manifestazione per la pace a Bari: «Noi, metà ucraini e metà baresi»


Presente anche l'ex ministro Boccia, uomo vicino al governatore Emiliano. «Siamo accanto al popolo ucraino ma anche del popolo russo. Questa città ha un rapporto con la Russia che è storico e non c'è un russo che condivida la folle idea di Putin. Siamo consapevoli che la pace si ottiene con la pace. E quindi ora le organizzazioni internazionali stanno ribadendo che per noi è fondamentale far cessare il fuoco e difendere il popolo ucraino con le armi della pace spiega Boccia -. Ovviamente abbiamo detto ieri in parlamento con il segretario Letta che noi siamo disposti a qualsiasi azione pur di fermare questa follia. Siamo partiti con l'isolamento purtroppo di tutto il popolo russo attraverso forti sanzioni economiche. Speriamo che reagiscano i russi, spero che il popolo russo non voglia tornare indietro. Non se lo meritano. Ora è importante battersi con il popolo ucraino e rimanere accanto a loro con ogni strumento». Poi l'ex titolare degli affari regionali evidenzia il ruolo fondamentale dell'Europa: «Dalla pandemia noi siamo usciti con la forza dell'Europa. Anche da questa vicenda ne usciremo con l'Unione che fa gli acquisti di stoccaggio di energia e con l'Europa che autorizza risorse che dobbiamo dare alle piccole imprese, ai lavoratori e al mondo che è in difficoltà. Le sanzioni le stiamo applicando per far arrendere Putin senza armi, non possiamo però lasciare che ricadano sull'economia dei popoli». Le immagini di piazza Prefettura sono state tante, alcune emotivamente forti. I colori dominanti, il giallo e il blu, quelli della bandiera dell'Ucraina, su alcuni cartelli però le impronte di mani insanguinate per ricordare a tutti lo spargimento di sangue ingiustificabile di queste ore. «Ci avete dato tanto voi italiani, ora chiediamo ancora una mano racconta una signora di origine ucraina vestita interamente con i colori della sua bandiera. Dal palco allestito in una delle arterie principali della città sono arrivate forti anche le parole della comunità russa «soldati che siete sui nostri terreni, buttate tutte le vostre armi. Rimanete in vita. Facciamo tornare i vostri soldati dalle vostre famiglie nel vostro paese. Voi avete bisogno lì di creare la democrazia, di creare un futuro per i vostri bambini».
Tra le tante associazioni presenti anche la Cgil: «La Puglia ha una lunga tradizione di terra di pace e di dialogo tra culture, una volontà che a migliaia tra cittadine e cittadini, lavoratori, pensionati e tantissimi giovani, stanno esprimendo in queste ore partecipando alle manifestazioni indette contro l'assurda e terribile guerra esplosa in Ucraina che ha visto schierarsi anche associazioni ed esponenti istituzionali. Guerre di confine, di potere, per interessi economici, proclamate da governanti senza scrupoli e pagate in termini di vite umane, disperazione ed emergenze sociali dalle popolazioni. Chiediamo a tutte le istituzioni internazionali di attuare politiche da ogni fronte di distensione e che le diplomazie si attivino per fermare una guerra che nemmeno i Russi che manifestano nel proprio Paese dimostrano di volere» ha detto il segretario Gesmundo.
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