A 16 anni rischia di perdere le dita di una mano, i medici chiamano i vigili del fuoco in sala operatoria: salvo

A 16 anni rischia di perdere le dita di una mano, i medici chiamano i vigili del fuoco in sala operatoria: salvo
di Maurizio DISTANTE
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Martedì 22 Ottobre 2019, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 08:58
Non è stata una visita di cortesia quella che i vigili del fuoco del distaccamento provinciale di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, hanno fatto ai medici e agli infermieri del Pronto soccorso dell'ospedale Dario Camberlingo nella notte tra domenica e lunedì.

I pompieri, infatti, sono stati chiamati all'intervento dai sanitari del presidio francavillese intorno alle 3 del mattino, dopo che un ragazzo di 16 anni si è presentato accompagnato dal padre, accusando dei forti dolori alla mano. Il motivo della grande sofferenza è stato chiaro non appena il giovane ha porto l'arto ai soccorritori: all'indice e al pollice della mano destra, il 16enne aveva indossato degli anelli metallici, tipo quelli in acciaio, in argento o in oro bianco che si possono acquistare tanto in gioielleria quanto dai venditori ambulanti che ostacolavano la circolazione sanguigna, procurandogli dolore e gonfiore tanto da non riuscire a liberarsi di loro. Edema del secondo dito con deficit articolare da anello, recitava il referto dei medici.

Il 16enne, forse, ha sbagliato la misura degli accessori, sottovalutando quello che all'inizio sembrava un fastidio sopportabile: col passare delle ore, però, il leggero impiccio si è tramutato in dolore tangibile ma una volta presa la decisione di eliminare il problema alla radice sfilando gli anelli dalle dita la situazione era già ampiamente compromessa. Gli sforzi casalinghi profusi non hanno sortito gli effetti sperati: gli orpelli metallici non volevano saperne di venire via.

Appurato che tutte le strade intraprese avevano portato a dei vicoli ciechi, poco prima delle 3, l'auto di famiglia con a bordo il 16enne è partita da Ceglie alla volta del Camberlingo: ad accogliere il ragazzino c'erano i sanitari in servizio che si sono prodigati per cercare una soluzione al problema. Intanto, la questione si andava ingrossando, nel senso che le dita avvolte dagli anelli continuavano a gonfiarsi e ad assumere un colore violaceo poco rassicurante, provocando un dolore sempre maggiore e aumentando la preoccupazione dei soccorritori. La missione di medici e infermieri è stata portata a termine solo a metà: i sanitari, con metodi empirici ma efficaci, sono riusciti a estrarre l'accessorio avvinghiato attorno al pollice ma nulla hanno potuto con quello che cingeva l'indice.

A questo punto è partita la telefonata al 115: dall'ospedale, i presenti hanno spiegato ai pompieri la situazione, consentendo loro di partire attrezzati a dovere. Giunti al Pronto soccorso, i vigili del fuoco sono stati fatti entrare nella sala dove si stava provando a liberare il 16enne: analizzata de visu la questione, i pompieri hanno effettuato alcuni tentativi utilizzando diversi arnesi, prima di optare decisi per la soluzione definitiva che si è rivelata quella vincente.

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Dopo aver sondato la possibilità di usare diverse pinze, cesoie e attrezzi simili, i pompieri hanno individuato nella tenaglia l'utensile migliore per liberare il dito preservandone l'integrità: le lame, piatte all'estremità, hanno permesso di rompere il metallo dell'anello senza interessare il dito. Una volta eliminata la costrizione, il sollievo è apparso sul volto del giovane e dei suoi famigliari e il sangue ha ripreso a fluire nelle vene, sgonfiando le dita e restituendogli un colore normale nel giro di pochi minuti.

La paura per le sorti delle estremità della mani è stata tanta anche perché il lieto fine non era scontato: la perizia dei medici e degli infermieri del Pronto soccorso e la loro prontezza nel chiamare i vigili del fuoco una volta appurata l'impossibilità di farcela coi propri mezzi è stata determinante, come determinante e definitiva è stata l'opera dei pompieri che, ancora una volta, hanno dimostrato la propria competenza e professionalità, sbrogliando la matassa di una situazione che non capita tutti i giorni.
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