Revisione della Ten-T, Brindisi a bocca asciutta: resta fuori dalla rete dei porti “Core”

Il porto di Brindisi
Il porto di Brindisi
di Francesco TRINCHERA
4 Minuti di Lettura
Domenica 24 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:37

Niente da fare per : il sogno di entrare, attraverso la porta principale (quella della rete “core” o centrale) o secondaria (quella della rete “extended core”, centrale estesa) nella parte più importante della Ten-T (il network europeo dei trasporti) si è infranto pochi giorni fa.

Il confronto in Europa

Il 19 di questo mese, infatti, si è concluso il “trilogo”, confronto tra Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio, sull’imponente progetto di riforma del network ma secondo le mappe pubblicate dal direttorato generale Mobilità e Trasporti della Commissione Brindisi rimane nella cosiddetta rete “comprehensive”, quella globale. La città adriatica aveva sperato dopo l’emendamento, approvato dal Parlamento, con cui si proponeva di inserire la tratta Bari – Lecce (attraverso, appunto, Brindisi) nella rete extended core ma anche nella posizione di due commissioni del parlamento italiano, girate poi al Consiglio, che chiedevano l’allungamento del corridoio Baltico-Adriatico sino a Lecce ma così, stando alle mappe, non è stato. Come previsto nella posizione iniziale pubblicata dalla Commissione, il progetto di allungamento del Corridoio Baltico – Adriatico partirà da Ravenna ma si fermerà a Bari, mentre a Lecce sarà riconosciuta la qualifica di nodo urbano (un punto importante per la mobilità terrestre).

Il Corridoio 8

L’esecutivo europeo aveva proposto questa soluzione anche dopo l’incontro con gli stati nazionali. Quello dei Balcani Occidentali, invece, andrà da Durazzo a Bari: si tratta del complesso viario in cui si inserisce anche il Corridoio paneuropeo VIII, per cui si è svolta una conferenza proprio a Brindisi tra i ministri degli Esteri di Italia, Albania, Macedonia del Nord e Bulgaria. In tema di rete comprehensive sono inclusi anche aeroporto e porto brindisini. Per questi due aspetti era infatti molto più complicato una avanzamento al network centrale, nonostante l’Espoo (l’associazione europea dei porti) avesse proposto un emendamento per includere nei porti core anche quelli, come Brindisi, che sono importanti nella transizione ecologica.

Priorità bassa

Un’occasione persa, quindi: nella rete “core” ci sono i progetti di primario interesse strategico nell’ambito dell’Unione europea, da completare entro il 2030. La rete centrale estesa, di recente introduzione, ha una priorità un po’ meno importante ma prevede comunque progetti di interesse strategico da completare entro il 2040. Quella globale, infine, ha come termine il 2050 ed al suo interno rientrano progetti prevalentemente di interesse nazionale. Progetti, quindi, che hanno un impatto significativo sui trasporti per le diverse località: tra i termini che emergono dall’accordo, si dice ad esempio che le linee ferroviarie passeggeri sulla rete centrale Ten-T e sulla rete centrale estesa “consentiranno ai treni di viaggiare a 160 chilometri orari o più velocemente entro il 2040”, mentre sull’intero network sarà attivato il sistema Ertms per gestione del traffico ferroviario.
Non mancano anche i riferimenti alla transizione ecologica ed alla sostenibilità. Tutte le 430 principali città lungo la rete Ten-T dovranno sviluppare piani di mobilità urbana sostenibile per promuovere la mobilità a zero e a basse emissioni. Quindi, “lo spazio marittimo europeo mira a integrare lo spazio marittimo con altre modalità di trasporto in modo efficiente, fattibile e sostenibile.

A questo scopo verranno potenziate le rotte marittime a corto raggio e ne verranno create di nuove, mentre verranno ulteriormente sviluppati i porti marittimi e i relativi collegamenti con l’entroterra”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA