Un fronte comune per il riconoscimento di Brindisi come porto “core”

Movimentazione di merci nel porto di Brindisi
Movimentazione di merci nel porto di Brindisi
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Domenica 12 Dicembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 12:42

Estensione del Corridoio adriatico fino a Lecce e riconoscimento dello status di porto “core” della rete Ten-T a Brindisi sono due questioni distinte, sebbene in qualche modo collegate. Ma l’ottenimento del primo risultato, renderebbe di fatto più raggiungibile il secondo, pur non trattandosi di un risultato automatico o scontato. A ricordarlo, dopo il via libera in commissione Trasporti alla risoluzione del deputato di Forza Italia Gianluca Rospi, è il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale Ugo Patroni Griffi.
La risoluzione approvata nelle scorse ore prevede, in particolare, di impegnare il governo a sostenere il prolungamento del corridoio europeo Ten-T fino a Lecce ed a sostenere l’inserimento del porto di Brindisi nella rete dei porti strategici dell’Unione europea. Un risultato che il capoluogo messapico rincorre da diversi anni, senza riuscire tuttavia a centrare l’obiettivo. Ma questa, per il presidente dell’Authority, potrebbe essere la volta buona, considerato che si è formato un vero e proprio “fronte comune”, come riferisce, per riuscire a portare fino a Lecce il Corridoio adriatico.

Il fronte comune

«Su questo - spiega infatti Patroni Griffi - stanno lavorando tutti. A parte la risoluzione di Rospi passata in commissione, che ritengo molto utile e che lui perseguiva da molto tempo ed è riuscito ad ottenere con un testo ben motivato rispetto al quale gli ho fatto anche i miei complimenti, si è creato nel frattempo un vero e proprio “cartello”, una unione tra regioni adriatiche che chiedono tutte la stessa cosa. Dall’Emilia Romagna e dalle Marche fino alla Puglia, tutti chiedono che il Corridoio adriatico arrivi fino a Lecce. Due iniziative che concorrono e che mi sembrano molto utili. Del resto, è quello che ho detto fin dall’inizio».
Il punto fondamentale, dunque, è l’estensione del Corridoio adriatico.

Che, ricorda il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, «non ha fondamenti logistici ma è una scelta puramente politica». In sostanza, dunque, basta che ci sia una volontà politica forte e diffusa in questo senso ed il risultato potrebbe concretamente essere centrato. «Dopo di che - ricorda - rimane il tema, che è diverso, del riconoscimento di Brindisi come porto “core”. Nella risoluzione e nel comunicato di Rospi si dice che il prolungamento del Corridoio adriatico rende possibile il riconoscimento e questo è vero. Se un porto si trova su un corridoio transeuropeo, è candidabile per diventare un porto “core”. A quel punto, però, bisogna lavorare sui requisiti previsti per questo riconoscimento. Ed il regolamento, come è noto, è attualmente in fase di revisione».

La strategia

Proprio su questo fronte, sono due i punti sui quali occorre lavorare secondo Patroni Griffi: «Il primo è che il regolamento sia basato su requisiti più qualitativi che quantitativi. E il secondo è essere in grado di esprimere quei requisiti di qualità che saranno previsti dal regolamento. Ma secondo me ci si può lavorare. È questo il percorso che bisogna seguire, come ho detto fin dall’inizio, e che mi pare si stia seguendo».
Dopo il voto in commissione, il deputato e commissario regionale di Forza Italia Mauro D’Attis, che proprio col collega Rospi ha collaborato per l’ottenimento del risultato, ricorda il proprio impegno «sin dal 2013 per riportare Brindisi nella rete Ten-T dei porti core (rete principale) e di ottenere il prolungamento del corridoio lungo tutta la dorsale adriatica (sino a Lecce)». Sono, conclude, «tanti piccoli passi che servono poi a centrare l’obbiettivo e la mozione di Gianluca Rospi, che ringrazio per averla voluta completare con questo impegno, è un altro passo ulteriore. Non molliamo un attimo».

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