Predissesto del Comune di Brindisi: con la revisione, meno tagli e più soldi in cassa

Predissesto del Comune di Brindisi: con la revisione, meno tagli e più soldi in cassa
di Francesco RIBEZZO PICCININ
4 Minuti di Lettura
Domenica 19 Giugno 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14:40

Arriva in consiglio comunale la rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale, il cosiddetto “predissesto”. Una possibilità offerta dalla legge di bilancio 2022 alle amministrazioni che hanno approvato il piano prima della dichiarazione di emergenza sanitaria ed il cui iter non è ancora concluso con la valutazione da parte della Corte dei conti. Ma anche senza quanto previsto dalla legge di stabilità, la stessa possibilità è concessa nel caso di risultati particolarmente positivi, proprio come accaduto a Brindisi, con una riduzione della massa debitoria iniziale di 54 milioni di euro ai 40,8 attuali, in due anni, con una riduzione di 13,3 milioni di euro a fronte dei 5,5 previsti.

Le buone notizie

Grazie alla rimodulazione, i tagli previsti ai servizi sociali dovrebbero rivelarsi meno drastici. Non solo. Non saranno più messe in vendita le piscine comunali, decisione che due anni fa aveva generato molte proteste da parte dei fruitori ma anche di chi in piscina lavorava. Più in generale, il piano di riequilibrio sarà completamente svincolato dall’alienazione dei beni comunali. Anche in caso di rispetto, o ulteriore miglioramento, degli indicatori economici, infatti, la Corte dei conti potrebbe contestare il mancato raggiungimento degli obiettivi in termini di vendita dei beni comunali e bocciare il piano, condannando il municipio al dissesto e ad un ennesimo commissariamento. Prevista, infine, la riduzione delle rate da 2 milioni e 750mila euro (per altri 18 anni) a 2,2 milioni, il che vuol dire la possibilità di spendere ogni anno mezzo milione di euro di fondi propri in più rispetto a quanto previsto, offrendo dunque maggiori servizi o anche le tanto richieste manutenzioni ai cittadini.

Il "salvagente" del decreto

Tutto questo in attesa di sapere con quali emendamenti sarà convertito in legge il decreto Aiuti, che tra le altre cose offre un “salvagente” proprio agli enti locali in fase di riequilibrio. Emendamenti tra i quali ce ne sono diversi proposti dall’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani. In particolare, la creazione di un fondo da 350 milioni di euro. Senza quest’ultimo, infatti, per i comuni capoluogo in predissesto gli accordi col governo avrebbero comportato sostanzialmente solo la possibilità di aumentare fino all’1 per cento l’addizionale comunale Irpef e di imporre una imposta di imbarco aeroportuale e portuale (fissando un tetto massimo di tre euro a passeggero, secondo l’Anci, per rispettare l’obbligo costituzionale di avere tributi con limiti ben individuati).

Una possibilità, quest’ultima, ritenuta a quanto pare particolarmente accattivante da una parte dell’amministrazione comunale.


Con il fondo, invece, che prevede una erogazione massima di 35 milioni di euro in diversi anni, il Comune potrebbe perfino riuscire a dimezzare (o anche più) la durata del Piano. Dei 40,8 milioni di deficit che ancora gravano sulle casse dell’ente di piazza Matteotti, infatti, oltre 35 sono rappresentati dal fondo passività potenziali da contenziosi giudiziari. In caso di inserimento di questo fondo nella conversione in legge del decreto, questo potrebbe arrivare a coprire l’intero ammontare del fondo, o quasi, lasciando al Comune solo il peso di quel che resta del vero e proprio deficit. “Nelle more dell’approvazione del Piano da parte del ministero e della Corte dei conti, il Comune di Brindisi - si legge nella proposta di delibera che approderà in aula giovedì prossimo - ha comunque posto in essere misure utili a contenere gli squilibri e a migliorare la situazione economico-finanziaria complessiva, misure che sono già risultate efficaci nel primo biennio per il risanamento dello squilibrio economico-finanziario rilevato a gennaio 2020. L’ente sta valutando la possibilità di predisporre una ipotesi di accordo ai sensi dell’articolo 43 del Dl 50/2022 attualmente in fase di conversione anche alla luce della proposta di emendamenti da parte di Anci”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA