I lavori per lo spostamento della pista principale dell'aeroporto Papola-Casale di Brindisi, che consentiranno tra l'altro di innalzare il limite del cono di atterraggio che interferisce con il porto, rischiano di fermarsi. Ed in questo modo potrebbero andare persi i finanziamenti per l'intervento. A lanciare l'allarme è il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, composto da Gianluca Serra, Tiziana Motolese e Paolo Le Grazie.
LE ACCUSE
«A causa dell'immobilismo del sindaco e dell'intera maggioranza, forse troppo occupata negli ultimi tempi a pensare a poltrone ed equilibri politici, i lavori di riqualificazione della pista dell'aeroporto di Brindisi - attaccano i 5 Stelle - rischiano di fermarsi, con annessa perdita del relativo finanziamento. Deve essere immediatamente portata in Consiglio comunale la delibera sulla cessione della porzione della strada comunale numero 11 ad Aeroporti di Puglia, altrimenti sarà un disastro».
Per spostare verso l'interno la pista, infatti, è necessario che Aeroporti di Puglia entri in possesso di un tratto di strada di proprietà comunale. Allo stesso tempo, tuttavia, l'ente dovrà realizzare una sorta di bretella per collegare nuovamente il resto della strada comunale 11 alla litoranea. «Il primo cittadino continuano i consiglieri pentastellati - il 28 gennaio si era impegnato formalmente a sottoporre al consiglio comunale la delibera in questione. Sono passati ormai più di due mesi e della delibera non c'è traccia. In più, è necessario chiedere alla Capitaneria di porto la cessione di due particelle di loro proprietà. I lavori di riqualificazione, su cui insiste un finanziamento di circa 12 milioni di euro, devono concludersi il prima possibile per limitare i temporanei disagi al traffico aereo dello scalo, auspicando che non si prefiguri un ritardo tale da pregiudicare anche l'intero finanziamento».
I lavori hanno preso il via poco più di un mese fa ma, a giudicare dalle apparenze, proseguono a rilento.
I LAVORI NECESSARI
Lavori necessari, e per la verità molto richiesti dagli operatori dello scalo portuale, per migliorare la sicurezza del traffico marittimo (porto e aeroporto sono confinanti) e per garantire il movimento nel porto interno e nel porto medio di imbarcazioni con un air draft (altezza) di circa 50 metri, mentre attualmente la presenza di navi è permessa se hanno un air draft non superiore a 36 metri. Allo stato attuale, infatti, il cono di atterraggio della pista principale interferisce con le attività portuali, tanto che per più di due anni l'operatore Teo Titi ha contestato il mancato avvio dei lavori, la cui posa della prima pietra era stata annunciata in pompa magna con una conferenza stampa ma poi non era mai stata attuata.
Ora, però, dopo l'avvio del cantiere, secondo le accuse dei 5 Stelle sono le lungaggini del Comune di Brindisi a mettere a rischio l'opera ed i fondi ad essa destinati. «La cattiva gestione politica e la negligenza di questa amministrazione nella vicenda - concludono infatti Serra, Motolese e Le Grazie - rischiano di far pagare a caro prezzo all'intera comunità brindisina le colpe di una classe dirigente che finora si è dimostrata inadeguata».
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