«Francesco vittima della mafia»: il riconoscimento del Viminale a dieci anni dalla morte del ragazzo, ucciso per errore a 18 anni

«Francesco vittima della mafia»: il riconoscimento del Viminale a dieci anni dalla morte del ragazzo, ucciso per errore a 18 anni
di Michele IURLARO
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Mercoledì 11 Novembre 2020, 13:50 - Ultimo aggiornamento: 15:02

Francesco non fu ucciso dalla sfortuna o dal destino. Francesco fu ucciso dalla mafia. Mafia vera, mafia bastarda, mafia vigliacca. I due killer che l'11 novembre del 2010 esplosero quei colpi di kalashnikov avevano un altro obiettivo, miracolosamente scampato all'agguato sulla Statale 7. Francesco Ligorio morì lì, steso sul freddo asfalto. Francesco Ligorio, per tutti Cioppino, è ora, per tutti, vittima di mafia. Anche per il ministero dell'Interno, che ha riconosciuto a Ligorio lo status ufficiale di vittima della criminalità organizzata, così come previsto dalla legge 302 del 90.


Si chiude così, per la famiglia del ragazzo e per mamma Mariangela in particolare, negli anni supportata dalle associazioni Impegno e Partecipazione e Libera, una storia lunga, dolorosa. Piena di ferite impossibili da rimarginare. «Siamo felici - spiega il cugino di Cioppino Francesco Ligorio, fondatore dell'associazione Impegno e Partecipazione - che sia fatta giustizia». «È stata fatta chiarezza - ha detto Antonio De Franco - sulla situazione in cui si trovava Francavilla allora. Aver riconosciuto la mano della criminalità organizzata nella morte di Francesco è un dato certo che deve farci riflettere come comunità». Il riconoscimento a Francesco Ligorio è, quindi, un monito per l'intera comunità francavillese.


A Francavilla la mafia - sono passati solo 10 anni - sparava, la mafia uccideva. Anche gli innocenti come Cioppino, vittima della criminalità organizzata in un terribile autunno. La scia di violenza fu tracciata a San Michele Salentino, la sera dell'8 ottobre.

La prima vittima fu Vincenzo Della Corte, imprenditore ucciso per errore da due sicari. L'obiettivo, secondo gli investigatori, era qualcun altro. Ad un mese e poco più di distanza, all'alba dell'11 novembre 2011, la seconda vittima. Sulla statale 7 che collega Francavilla con Brindisi e Taranto, all'altezza dell'uscita per Oria, misteriosi killer, due o forse tre, crivellarono a colpi di kalashnikov l'autocarro condotto da un pregiudicato francavillese. A perdere la vita, però, fu l'incolpevole 18enne Francesco Ligorio, la cui tragica sfortuna, quella mattina, fu di trovarsi con il suo datore di lavoro. Rimasto insoluto, infine, anche l'omicidio di Fabio Parisi, allora 28enne. Il ragazzo fu ucciso a colpi di fucile all'alba del 22 dicembre del 2010. Il cadavere del 28enne fu ritrovato in strada, nella centralissima via Regina Elena.


Storie di sangue, anche innocente, che devono essere raccontate. «Abbiamo ricevuto dalla famiglia la notizia del riconoscimento di Francesco Ligorio come vittima della criminalità organizzata da parte del Ministero degli Interni. L'associazione - spiega Valerio D'Amici di Libera - è quindi in contatto con la famiglia Ligorio, che ci fornirà le giuste e opportune informazioni per meglio raccontare la storia di Francesco. In seguito ne realizzeremo una scheda della memoria per il sito www.vivi.libera.it, attraverso cui raccontiamo già le storie delle oltre 1000 vittime innocenti delle mafie». Anche oggi, 11 novembre, si svolgerà una Giornata della Memoria per ricordare Francesco Ligorio. La manifestazione, come sempre organizzata dall'associazione Impegno e partecipazione con il patrocinio del Comune di Francavilla Fontana, quest'anno si limiterà alla sola funzione religiosa a causa dell'emergenza sanitaria.

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