Via libera dai ministeri dell'Ambiente e della Cultura al nuovo Piano regolatore portuale

Il porto di Brindisi
Il porto di Brindisi
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Mercoledì 31 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:39

Via libera, dal ministero dell’Ambiente e da quello della Cultura al decreto per la Valutazione ambientale strategica del nuovo Piano regolatore portuale di Brindisi.

Pianificazione

Ovvero il Piano che indica gli utilizzi delle varie aree portuali e retroportuali e definisce in sostanza quello che sarà il futuro dello scalo anche - ma non solo - dal punto di vista delle opere pubbliche previste per assolvere alle varie funzioni. Che, in particolare, per quanto riguarda Brindisi riguardano il traffico passeggeri, quello commerciale ed industriale, quello legato alla pesca, gli utilizzi militari ed anche il traffico crocieristico
Il documento dopo l’adozione da parte del comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale (senza il voto del rappresentante del Comune di Brindisi), è stato sottoposto all’iter della Vas, sulla base del quale dovrà essere modificato per poi passare nuovamente attraverso il comitato di gestione per l’approvazione definitiva.

Adeguamento

In particolare, nella formulazione definitiva del Prp, il proponente, ovvero l’Autorità di sistema portuale, dovrà tenere conto delle raccomandazioni, dei suggerimenti, delle condizioni e delle osservazioni espresse dalla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via-Vas (ancora non pubblicate sul sito del ministero dell’Ambiente) e di quelle del ministero della Cultura (che invece sono già note e pubblicate). Ed in effetti sono diverse le criticità evidenziate dalla Soprintendenza per l’archeologia, le belle arti ed il paesaggio delle province di Brindisi e Lecce - in rappresentanza del ministero della Cultura - per bocca della soprintendente Francesca Riccio rispetto al nuovo Prp.

Osservazioni

In particolare, la Soprintendenza ritiene non esaustiva la considerazione degli impatti diretti degli interventi previsti sul patrimonio culturale subacqueo e, soprattutto, su aree ed immobili tutelati. In particolare per quanto riguarda punta delle Terrare e Forte e Mare. Ma soprattutto, “si ritiene non corretto l’approccio mirato alla sempre maggiore sottrazione di superficie allo specchio acqueo”. Una questione, quest’ultima, che ritorna più volte nelle undici pagine del parere a firma dell’architetto Riccio. E proprio al riguardo, la Soprintendenza ritiene “necessario operare delle scelte che non siano mirate al banchinamento e alla conseguente cancellazione di intere ed estese aree dello specchio acqueo, privilegiando la riorganizzazione delle aree portuali e retroportuali dismesse”, il cui recupero sarebbe “volano per un’adeguata valorizzazione delle singole aree e dell’intero ambito portuale”. In linea generale, gli obiettivi di sostenibilità ambientale, in particolare quelli relativi alla componente “Beni culturali e paesaggio”, del Pptr, sebbene “enunciati in maniera corretta” all’interno del Prp, “non mostrano coerenza con le previsioni programmatiche del piano”. Più che, è la critica della Soprintendenza, “alla riorganizzazione dello spazio a terra mirata al corretto inserimento paesaggistico degli interventi, l’approccio sotteso alla pianificazione in esame sembrerebbe essere quello di perseguire una progressiva e sempre più consistente riduzione dello specchio acqueo” che “oltre a trasformare radicalmente la conformazione storica della linea di costa e del bacino portuale, altera irreversibilmente il rapporto dei monumenti (sorti in virtù della presenza del mare) con l’area portuale e con gli elementi naturalistici che le conferiscono un’eccezionale valenza paesaggistica”.

Anche qui “in contrasto” con gli obiettivi di sostenibilità ambientale enunciati.

Iter complesso

Per quanto riguarda la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale, già in fase di scoping, dunque nella parte preliminare dell’iter della Vas, questa aveva chiesto tra le altre cose che venisse esplicitata nel Prp una indicazione del cronoprogramma delle attività di dragaggio del porto e conseguenti attività di gestione dei sedimenti ma anche, vista la presenza di attività che comportano la movimentazione di merci pericolose, “le azioni da mettere in campo per evitare e mitigare i rischi di incidenti rilevanti con conseguente pericolo per la salute e l’ambiente”. Tutto questo individuando, tra l’altro, “le possibili alternative alla configurazione definitiva di Prp”.

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