Dalla nave alla ferrovia: nuovo traffico di gpl a Costa Morena ma ci sono dubbi sulla compatibilità con Edison

Movimentazione di isocontainer
Movimentazione di isocontainer
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Venerdì 12 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:00

Un nuovo traffico di gpl potrebbe “approdare” nel porto di Brindisi. C’è, infatti, un imprenditore interessato ad investire in questo tipo di movimentazione di merci proprio attraverso lo scalo messapico e, tra l’altro, utilizzando una delle sue caratteristiche più utili ed allo stesso tempo più sottovalutate: l’intermodalità.

Si tratterebbe, infatti, di un traffico di isocontainer pieni di gas di petrolio liquefatto che, sbarcati dalla nave, sarebbero immediatamente posti sui binari presenti in banchina, a Costa Morena, per essere trasferiti tramite la ferrovia verso le loro destinazioni finali.

Riserbo sui numeri

I dettagli ancora non sono noti. O meglio, sono riservati, considerato che a Brindisi vi è già un altro traffico di gpl, quello di Ipem, che tuttavia avviene con modalità differenti. Ma in linea generale le cose stanno in questo modo: un investitore privato, interessato all’importazione di gpl, si è rivolto alle agenzie marittime di Franco Aversa (Albatros) e Teo Titi (Titi Shipping) perché si occupino della verifica della fattibilità tecnica relativa alla movimentazione di questo tipo di merce nel porto di Brindisi. Movimentazione che, almeno in teoria, dovrebbe riguardare Costa Morena Est, anche se secondo quanto riferito da Titi esisterebbero possibilità alternative. Ad essere movimentare sarebbero «quantità importanti» e soprattutto con «un traffico continuativo».

Ma, anche sui numeri, non sono disponibili ulteriori dettagli. Sempre per le stesse motivazioni che riguardano la concorrenza.

La verifica di fattibilità

«C’è sicuramente - sottolinea Titi - la volontà di attivare questo traffico che spero si possa realizzare. Ovviamente non siamo noi a decidere se la cosa è fattibile o a sapere cosa intendono fare gli altri enti. Per quanto ci riguarda, abbiamo solo chiesto se sia fattibile. E lo abbiamo chiesto agli enti competenti. Ora aspettiamo una risposta ad una questione che, tra l’altro, risale giusto ad un paio di giorni fa. Saranno gli enti, poi, a decidere. Come sempre, infatti, quando si tratta di merci pericolose, non possiamo dire al cliente: “Sì venite, imbarcate, non ci sono problemi”. Quando si tratta di merci di questo tipo, è doveroso andare dalle autorità come Capitaneria di porto ed Autorità di sistema e chiedere se la cosa sia fattibile o meno. Lo studio di fattibilità, ad ogni modo, non è una formale richiesta di autorizzazione».

Le possibili interazioni con Edison

Ma l’imprenditore portuale è preoccupato anche per un altro motivo. «Edison - chiarisce infatti - in tutto questo non c’entra niente. La mia paura è che questa notizia possa diventare uno strumento per associazioni o per chiunque sia interessato a battaglie che a noi non interessano, magari proprio contro Edison. Lo ripeto: il deposito non c’entra niente. Purtroppo c’è questa concomitanza di cose ma questo non vuol dire che siccome ci sono polemiche sull’utilizzo del binario a Costa Morena Est a causa della sua distanza dallo stabilimento Edison noi possiamo dire ad un potenziale cliente di non iniziare neanche. Noi, intanto, lo proponiamo. E per fortuna i binari non si trovano soltanto a Costa Morena Est ma anche a Costa Morena Ovest». In effetti, alla luce di quanto previsto dalla documentazione presentata per ottenere le autorizzazioni per il deposito, sui binari di Costa Morena Est non dovrebbero essere movimentate merci pericolose come, per l’appunto, il gpl. Anche per Franco Aversa «il progetto non dovrebbe confligge con Edison». Nell’ambito della verifica di fattibilità, spiega, si dovranno controllare una serie di questioni come «le distanze di sicurezza delle aree in cui verranno depositati i container, che tipo di container saranno utilizzati, con quali certificati di sicurezza, distanze da eventuali fonti di rischio».

Un porto vuoto

L’imprenditore portuale aggiunge: «Ci piacerebbe movimentare solo merci belle e buone ma purtroppo il porto è praticamente vuoto e alla luce di questa situazione non possiamo mandare via nessuno. Non c’è merce, non c’è nulla, non abbiamo un hinterland. La carenza non è del porto. Il porto è disponibile e dove possibile noi cerchiamo di intravedere quali possibilità possa offrire un porto industriale che si affaccia sempre di più nel campo energetico, anche grazie alla sua posizione. Dobbiamo valutare tutte le proposte di movimentazione internazionale di merci, chiedendo anche ad Enel di aprire altre possibilità».

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