Patroni Griffi sul futuro del porto: «I traffici sono in aumento ma è necessario rilanciare la zona industriale»

Ugo Patroni Griffi
Ugo Patroni Griffi
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Mercoledì 3 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:41

Meno conflitti e più dialogo. Questa è la speranza per il 2024 del presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale Ugo Patroni Griffi, per il quale comunque il porto brindisino è già di per sé avviato verso un miglioramento dei traffici grazie alle infrastrutture di prossima realizzazione, tra cassa di colmata, dragaggi, accosti per traghetti e crociere, terminal crocieristico e nuovo molo a Capo Bianco. Il tutto inserito all’interno del nuovo Piano regolatore portuale che, nelle intenzioni dell’Authority, ha lo scopo di “armonizzare” gli interventi pianificando quello che sarà il futuro del porto di Brindisi. Per garantire una crescita “strutturale” al porto, tuttavia, occorre maggiore attenzione alla valorizzazione della zona industriale, in modo che questa possa attrarre nuovi investimenti.

Presidente, l’autorizzazione paesaggistica concessa dalla Regione, nei giorni scorsi, ad Enel Logistics ha riaperto la discussione sulla decarbonizzazione della “Federico II”. Crede che questa nuova attività potrà portare una buona quantità di traffici dopo la perdita del carbone? Cosa dovranno chiarire i ministeri competenti dopo la proroga di un anno della concessione della banchina a Costa Morena?


«Enel logistcs è una concreta speranza per la ripresa dei traffici.

Si tratta infatti di una Zona franca retroportuale che potrebbe catalizzare importanti investimenti legati tanto alla logistica, quanto al cosiddetto manifatturiero sottobanchina. Per la banchina Enel, invece, il dialogo con l'impresa e con il governo ruta intorno al permitting per la bonifica della banchina e la sua restituzione in pristino. Con l'arrivo dell'ultima carboniera la banchina va restituita immediatamente al mercato, affinché gli operatori possano sfruttarla per traffici alternativi. Traffici peraltro su cui registriamo già l'interesse del mercato. A breve convocheremo Enel in Commissione consultiva per favorire il dialogo con gli operatori».

Ha avuto più notizie di Act Blade dopo il lungo iter per l'autorizzazione unica, conclusosi ormai diversi mesi fa?

«Act blade è una start up e quindi ha necessità di un cofinanziamento. Che ha chiesto ad Invitalia. La pratica è in corso».

Entro quanto tempo, secondo lei, potrebbero essere pronti i nuovi accosti a Sant'Apollinare? Solo a quel punto Msc, se sarà aggiudicataria dell'evidenza pubblica, darà il via alla realizzazione del terminal crociere a Brindisi? O invece non aspetteranno e si metteranno subito al lavoro sul terminal?

«L'operatività di Msc non è condizionata dalla realizzazione del terminal. Purtuttavia lo sviluppo della crocieristica a Brindisi è strettamente con essa alla realizzazione degli accosti. A breve avvieremo il procedimento di Autorizzazione unica Zes per la realizzazione degli accosti, avendo ricevuto ampie garanzie da parte della Regione sul loro rifinanziamento. È un'opera non solo strategica, ma anche assolutamente urgente. Se non troveremo ostacoli l'opera potrà essere realizzata entro il 2026».

Perché Brindisi è rimasta esclusa dalle reti core ed extended core e dal Corridoio 8?

«Si fa un po' di confusione. Il Corridoio 8 in realtà è una idea economica più che legislativa. Infatti il corridoio paneuropeo 8 non è sull'agenda Ue anche se i nuovi corridoi Ten-t di fatto lo ricreano. Un corridoio logistico che parte dal cosiddetto quadrilatero della logistica che collega il tirreno meridionale con l'Adriatico meridionale e di qui si protende sino alla Bulgaria (e oggi all'Ucraina). È necessario solo che le nuove autostrade del mare (oggetto di specifico regolamento) raccordino i corridoi che attraversano l'Italia meridionale con i nuovi corridoi Ten-t balcanici ed il corridoio 8 diventa una realtà logistica importante».

Si potrà davvero, secondo lei, porre rimedio a questa esclusione come qualcuno spera ancora?

«Quanto alla mancata estensione del corridoio Baltico Adriatico sino a Lecce, passando per Brindisi, penso che l'Italia possa ancora insistere affinché venga recepito a livello unionale quanto deliberato con ampia maggioranza dal nostro Parlamento. In ogni caso un porto comprehensive appartenente ad un sistema portuale in cui insiste un porto core può accedere alle linee di finanziamento Cef. Attendiamo inoltre il nuovo Regolamento sui parametri per i porti core. Espo, l'associazione europea dei porti, ha richiesto che non vengano considerati più solo parametri quantitativi legati al volume dei traffici, ma anche parametri qualitativi legati al ruolo degli scali nella transizione energetica».

Cosa è possibile fare, che non è stato ancora fatto fino ad oggi, per aumentare i traffici, sia passeggeri che merci?

«I traffici a Brindisi, eccezion fatta per il carbone, sono in aumento. Le nuove infrastrutture daranno ulteriore impulso. Detto ciò il porto è strettamente collegato alla zona industriale. Sul rilancio della quale vanno concentrati gli sforzi di tutti».

Entro quanto tempo dovrebbe concludersi l'iter della Vas per il nuovo Piano regolatore portuale di Brindisi. E come cambierà il porto una volta ancora?

«Attendiamo a breve il decreto interministeriale sulla Vas, dopo di che dovrà essere redatta la relazione di sintesi e sottoposto il Prp al comitato di gestione. Il nuovo Piano regolatore portuale permetterà di ridurre i conflitti e di dare al porto una prospettiva di sviluppo di lungo termine».

Qual è il suo auspicio per il 2024? Cosa spera che cambi in questo nuovo anno? Quali opere saranno avviate e quali concluse nel 2024?

«Il mio auspicio è che ci sia condivisione delle azioni di breve, medio e lungo periodo per il rilancio dello scalo e della sua zona retroportuale. I conflitti sono dannosi, per tutti. Credo che il dialogo con l'amministrazione possa creare un significativo valore aggiunto. Specie in considerazione dell'ottimo rapporto con la Regione Puglia e, anche grazie all'onorevole D'Attis, con il governo».

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