Abusi e violenze in centro: allarme bullismo in città

Abusi e violenze in centro: allarme bullismo in città
di Lucia PEZZZUTO
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Mercoledì 21 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:13

Sono tutti giovanissimi, di età compresa tra i 12 e i 13 anni i protagonisti degli ultimi episodi di violenza verificatisi durante il fine settimana in piazza Santa Teresa a Brindisi. Due le aggressioni registrate in poche ore, che, sommate ad altri casi precedenti, fanno sì che, sotto il profilo sociale, il campanello d’allarme per la comunità locale sia forte e chiaro. Sabato pomeriggio, 17 luglio, un gruppetto a seguito di una lite ha accerchiato e aggredito fisicamente una ragazzina di 12 anni. In soccorso della ragazzina è intervenuta un’altra minorenne, una giovane di 16 anni ma il branco non si è lasciato intimidire e le ha rincorse, come se fosse una caccia. Le due vittime per sfuggire alla violenza hanno dovuto trovare rifugio in un condominio.
I protagonisti della terribile vicenda sono stati identificati dagli agenti della Polizia di Brindisi. Dopo ulteriori accertamenti “sono stati convocati in questura – si legge in una nota - i genitori dei ragazzini al fine di evidenziare pregressi episodi di bullismo che potrebbero aver scatenato le aggressioni. Le indagini hanno consentito di identificare i giovani coinvolti che sono tutti di età compresa tra i dodici e i tredici anni”. Poco più grandi le ragazze che l’inverno scorso, in un vicolo del centro storico, furono protagoniste di una violenta rissa, sedata soltanto grazie all’arrivo delle volanti. E sempre in tema di disagio giovanile, è assai più recente un altro episodio di violenza. Un ragazzo di 16 anni il mese scorso è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di due dodicenni. I fatti si sono verificati nell’estate 2020. Le vittime sono entrambi due 12enni. Gli abusi si sarebbero consumati in un contesto amicale, un gruppo di amici e coetanei. Il 16enne avrebbe costretto uno dei ragazzini a compiere e a subire numerosi atti sessuali. 
In un caso fu salvato solo solo grazie all’arrivo degli altri amici che aprirono le porte dell’ascensore per liberare la vittima. Altri episodi di violenze sessuali sarebbero state consumati nei confronti di un altro ragazzino, sempre di 12 anni. Uno dei fatti si è verificato in un parco pubblico cittadino.
Il questore, Ferdinando Rossi, alla luce dei nuovi avvenimenti ha chiesto al commissario Eugenio Cantanna, che si occupa dei progetti anti-bullismo nelle scuole di tutta la provincia di Brindisi, di seguire i casi attenzionati.

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Le indagini

«L’attenzione sul fenomeno da parte della polizia di stato resta altissima. Al termine delle attività in corso - si legge ancora nel comunicato della questura - sarà trasmessa una informativa alla Procura dei minori anche se i ragazzini coinvolti sono per lo più non imputabili».
Ai tratta di fenomeni e fatti legati alle dinamiche giovanili, in questi ultimi casi di ragazzini molo piccoli è per questo motivo che si richiedono degli interventi mirati messi in atto da uffici specializzati. Inoltre una volta intervenuto anche il Tribunale dei Minori anche le stesse famiglie, sia delle vittime che dei responsabili delle violenze, saranno coinvolte in un percorso. Nel frattempo l’Adoc di Brindisi è intervenuta dura su quanto accaduto. «L’episodio, per il numero di ragazzi coinvolti e le modalità con cui si è manifestato, se da un lato preoccupa, dall’altro può rappresentare un’ulteriore utile occasione per accendere i riflettori su di un fenomeno troppo spesso teorizzato e poche volte affrontato con determinazione affinché gli autori, le famiglie e la società abbiano maggiore contezza della gravità della situazione», dice Giuseppe Zippo, presidente dell’Adoc Brindisi. 
«Il nostro pensiero va alla vittima e a tutti quegli adolescenti che subiscono tali atti con inevitabili ripercussioni sullo stato delle relazioni sociali ed il benessere psico fisico degli stessi.

A loro rivolgiamo un invito a non arrendersi, a non rinunciare a vivere gli spazi cittadini per paura di rappresaglie, a continuare a socializzare, perché solo lo stare insieme è il giusto viatico per un futuro migliore. Isolarsi o isolare non serve a nulla, rischia solo di produrre ulteriori danni. In conclusione la nostra ammirazione e l’apprezzamento nei confronti della sedicenne intervenuta in difesa della vittima: gesti che lasciano ben sperare per il futuro e che meritano di essere riconosciuti per l’esempio che possono rappresentare nei confronti dei coetanei e dell’intera comunità», conclude. 

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