Acque Chiare, il Comune dice “no” allo sgombero: ai residenti un'autorizzazione temporanea

Acque Chiare, il Comune dice “no” allo sgombero: ai residenti un'autorizzazione temporanea
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Lunedì 2 Gennaio 2023, 05:00

Sospiro di sollievo per le 38 famiglie che occupano, ufficialmente senza alcun titolo, altrettante delle 51 villette di Acque Chiare passate, dopo la sentenza di confisca del maggio dello scorso anno, tra le proprietà del Comune di Brindisi.

La decisione

L’amministrazione, infatti, dopo una lunga riflessione, ha deciso di non optare per l’ordinanza di sgombero ma di consentire, naturalmente previo pagamento degli oneri di occupazione, almeno in via temporanea ed in attesa dell’esito del ricorso della società Acque Chiare contro la sentenza della Corte di Cassazione, agli attuali occupanti di rimanere all’interno delle abitazioni.
A seguito di specifiche verifiche, a cura del personale del settore Patrimonio e della polizia locale, “è stato appurato che gli occupanti in questione detengono le singole villette senza poter dimostrare l’esistenza di un valido titolo legittimante, pur ritenendo gli stessi di giustificare il proprio possesso in virtù di atti preliminari di compravendita che sarebbero stati a suo tempo sottoscritti con la fallita società Acque Chiare con la forma della scrittura privata”.
Allo stesso tempo, tuttavia, il curatore fallimentare della società, Massimo Bellantone, aveva fatto presente al Comune di avere depositato presso la Corte di Cassazione un ricorso contro l’ordinanza del Giudice dell’esecuzione con cui era stata rigettata l’istanza di revoca della confisca del villaggio di Acque Chiare, invitando l’ente “a non adottare iniziative di qualsiasi genere, nelle more delle citate attività giurisdizionali, che potrebbero nuocere alla integrità ed al valore dei beni immobili in parola, poiché non è affatto escluso che gli stessi, a breve termine, possano rientrare nella disponibilità della proprietà ed a tutela della massa creditoria del Fallimento Acque Chiare”.
Nel frattempo, tuttavia, tramite il proprio legale, il Condominio Residence Acque Chiare ha richiesto al Comune il pagamento delle spese di gestione relative alla parte del villaggio passata nella proprietà dell’ente e dunque anche sulle villette occupate “senza titolo”, per poco meno di 120mila euro.
“Rilevata la presenza di elementi, di fatto e di diritto, particolarmente complessi e controversi, in ordine alla individuazione degli atti che questa amministrazione è tenuta ad adottare per la miglior tutela dei propri interessi pubblici e per il pieno rispetto della legalità, è stata instaurata – si legge in una recente delibera di giunta – una profonda (e prolungata) interlocuzione su tale questione tra i dirigenti comunali competenti, il signor segretario generale e il signor assessore con delega al Patrimonio e agli Affari legali, avvocato Masiello”. Le due ipotesi principali per dirimere la questione erano, in sostanza, ordinare lo sgombero delle 38 villette occupate e, contestualmente, richiedere il pagamento di una indennità di occupazione calcolata in 549 euro mensili circa, per complessivi 23mila euro circa fino alla data di oggi, oppure autorizzare temporaneamente gli occupanti a rimanere all’interno delle villette, “con obbligo di assumere gli oneri di custodia e manutenzione). Una questione rispetto alla quale, secondo quanto messo nero su bianco dal dirigente del settore Patrimonio Nicola Zizzi, neanche nelle due note del settore Affari legali è risultato “agevole, almeno per lo scrivente, cogliere una chiara e univoca risposta al quesito posto”. Dubbi che, nella sua relazione, il dirigente ha proposto alla giunta.
L’organo esecutivo, dal canto suo, fatte tutte le valutazioni del caso, ha optato per la seconda ipotesi, imponendo tuttavia ai 38 occupanti, non solo di assumere “gli oneri di custodia, manutenzione e pagamento degli oneri condominiali” ma anche di pagare l’indennità di occupazione, “prevedendo nel contempo, per tutta la durata residua del periodo di detenzione del bene, il divieto assoluto di cessione in godimento a qualsiasi titolo a terzi, comminando in caso di mancata esecuzione o accettazione lo sgombero immediato e la riconsegna dell’immobile detenuto al legittimo proprietario”, ovvero il Comune stesso.

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