Viaggio nel rione dopo l'ennesima sparatoria. Il quartiere San Paolo non è pronto a cedere alla rassegnazione, due agguati in meno di 15 giorni sono un problema da affrontare e non un fatto con cui convivere.
Politica e cittadini sono dalla stessa parte in una battaglia alla criminalità che non è nuova per la zona, sebbene da tempo il fenomeno sembrava essere stato arginato. «Insegno qui da più di 40anni e ho visto passare anche eventi peggiori, certo è che eravamo ormai disabituati a vivere questi momenti», racconta Annamaria Caiati, vicepreside della scuola Don Milani. «Il mio istituto è davanti ai portici - prosegue - area più calda del territorio. In tanti abbiamo assistito a molti casi di cronaca di questo genere, ora sono circostanze sporadiche. La nostra scuola è ben sorvegliata all'entrata e all'uscita da municipale e carabinieri per evitare che studenti e genitori vivano scene di questo tipo. Nei prossimi giorni capiremo le famiglie come hanno reagito al nuovo scontro armato».
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In queste ore però l'analisi è molto più focalizzata sulle ragioni che hanno riportato il rione ad essere teatro di violenza.
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Poi la richiesta di più immediata portata: «Per questo, anche se non le si vuole attribuire un potere taumaturgico, e non può da sola cambiare il volto del nostro territorio, la proposta di spostare anche fisicamente un pezzo di Università, può essere in grado di contribuire alla costruzione di una narrazione nuova, di un mondo di certo alternativo, ma possibile».
Se è vero che al San Paolo si combatte per non lasciare campo alla rassegnazione, arginare la paura è cosa ben più difficile. Lo spiega il consigliere di municipio pentastellato Giuseppe Catalano: «I cittadini sono molto spaventati, la situazione sembra che sia di nuovo precipitata. La sparatoria vicino la scuola in orario di uscita bambini è un segnale terribile. C'è la paura dei residenti e quella dei genitori che portano i figli a scuola. Si sta tornando agli anni Ottanta, la malavita locale sta riprendendo pieno possesso dei nostri spazi». In merito alla sicurezza, è il componente del consiglio municipale Stefano Franco a spiegare che i controlli sono costanti nella zona, avvalorati dalla presenza del comando della polizia municipale, dalla caserma dei carabinieri e dalla sede della guardia di finanza. «L'attenzione qui è sempre molto alta - sostiene - gli eventi criminosi avvengono perché si tratta di una parte di città periferica e ad alta marginalità. Aumentare i controlli è la cosa più semplice da dire ma francamente non penso che sia questo il problema».
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