La proposta di Ance: «Bonus come appalti»

La proposta di Ance: «Bonus come appalti»
di Enrico FILOTICO
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Lunedì 21 Febbraio 2022, 05:00

Il dibattito che si è sviluppato attorno ai bonus del mondo dell’edilizia è furente. Dopo i primi mesi di entusiasmo per il rilancio del mercato, i tanti problemi annunciati sono venuti a galla. Basti pensare che sul finire del 2021 solo a Bari ci sono state 357 nuove iscrizioni e partite Iva registrate nel settore edilizia alla Camera di commercio, oltre 12mila in Italia. Numeri però che non corrispondono ad un incremento della cassa edile tali da giustificare l’aumento dell’attività. Questo problema lo aveva annunciato Ance Bari-Bat, nelle scorse settimane, con il presidente Fragasso. «Si tratta di partite iva che commercializzano un prodotto ma non producono dei costi. Aumentano il lavoro nero e aumentano lo pseudo-subappalto. Perché di sub-appalto non hanno nulla – spiega il numero uno dell’associazione dei costruttori baresi -. Sono tutti fenomeni distorsivi del mercato. Alcuni dei quali li abbiamo esposti al prefetto qualche giorno fa e oggi pomeriggio li esporremo al procuratore della repubblica alla presenza di tutte le forze dell’ordine, finanza, carabinieri e polizia. La situazione ci preoccupa perché per quanti interventi si possano fare forse impediremo le truffe più grosse ma la violazione del mercato rispetto all’occupazione e alla sicurezza purtroppo non la argineremo».

LE SOLUZIONI
Sulle soluzioni per arginare il fenomeno, da Ance lanciano una proposta concreta: «La cosa fondamentale che chiedevamo era quella di applicare le stesse regole laddove ci sono i soldi pubblici che si applicano per gli appalti. I bonus sono soldi pubblici. Le imprese devono essere iscritte alla Soa con tutte le caratteristiche di sicurezza per i propri dipendenti che hanno fatto tutti i corsi di aggiornamento. I nuovi arrivati o coloro i quali sono infiltrati da capitali illeciti con il solo scopo di rigenerarsi come ben noto creano un problema. D’altro canto, se c’è una cosa che i mafiosi non faranno mai è quello di pagare a prezzi sindacali i propri dipendenti. E così avviene di fatto: distorsione del mercato potentissima. Il numero di incidenti che c’è stato la dice lunga da questo punto di vista». Ance rivendica infatti che venga applicato per l’utilizzo delle agevolazioni sull’edilizia la stessa normativa. «Per partecipare alle gare pubbliche serve un certificato che misura le capacità tecnica e finanziaria oltre che l’affidabilità di tutte le aziende – spiega Beppe Fragasso -.

Quando si lavora con il pubblico si verificano le white list ovvero che non ci siano rapporti fino al terzo grado di parentela con la mafia. Non si capisce perché non è stato applicato anche per i bonus. Stiamo spendendo soldi pubblici. Il ministro Orlando ora ha deciso che per le aziende che lavorano con i bonus devono dichiarare di utilizzare il contratto dell’edilizia, è un passo ma non ancora abbastanza».

L'EDILIZIA
Le paure di queste ore sono sia sistemiche che occupazionali, ecco perché la scorsa settimana i lavoratori del mondo dell’edilizia sono scesi in piazza manifestando davanti alla Prefettura. Un’iniziativa che ha però ha intercettato il silenzio della politica. Presente solo il vicepresidente del Consiglio comunale Fabio Romito che ha spiegato così la sua presenza: «Il tema è che c’è una pluralità di problemi in questo momento che corre il rischio di danneggiare un settore trainante per la nostra economia. Le regole non definite e certe, un po’ per colpa della regione e un po’ perché cambiano di continuo. L’aumento spropositato del costo delle materie prima e l’aumento dei costi energetici poi. E infine la selva di microaziende fasulle nate solo per intercettare il super bonus che smettono di esistere poche settimane dopo aver tolto lavoro alle aziende serie, spesso avvalendosi di operai sottopagati senza i contratti di lavoro. Rispetto a questo c’è sicuramente bisogno di un tavolo permanete di ascolto per gli addetti ai lavori. Se arrivano a fare una manifestazione di piazza gente che di solito lavora, vuol dire che si è arrivati ad un punto di non ritorno». Poi Romito rilancia il ruolo della politica in questo momento: «Penso che il sindaco non possa fare finta di niente, per i bandi di Pnrr del comune l’edilizia sarà centrale. Ma deve esserci armonia tra chi fa le norme e chi le deve subire. Decaro si faccia parte attiva della risoluzione di tutti i problemi che da Ance ai sindacati di categoria hanno espresso. Io ho condiviso e condivido queste preoccupazioni perché mi rendo conto ascoltando il mondo del lavoro che c’è un cortocircuito molto pericoloso».

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