A San Pio, dove comanda il clan, nasce il nuovo birrificio sociale. E il sindaco di commuove

A San Pio, dove comanda il clan, nasce il nuovo birrificio sociale. E il sindaco di commuove
di Valter CIRILLO
4 Minuti di Lettura
Sabato 27 Maggio 2023, 22:02

Dopo il supermercato arriva anche il birrificio a ravvivare il quartiere San Pio, area periferica di Bari, poco vissuta dalla cittadinanza. Venerdì scorso ha inaugurato “Fuori orario”, spazio sociale gestito dalla cooperativa sociale Get in Ats con associazione Ragazzi San Pio, Accademia del cinema ragazzi, Arci La stanza di Cesco. Qui ragazzi e ragazze stanno apprendendo le tecniche della produzione di birra artigianale immersi in un luogo da immaginare e reinventare, nel quale co-progetteranno eventi artistici e culturali, rivolti a sé stessi e al pubblico. 

Il progetto 


Questo progetto gestito dall’associazione Ragazzi di San Pio, in collaborazione con Accademia del Cinema, è stato realizzato grazie al finanziamento del bando comunale Urbis all’interno della palestra dell’ex scuola media statale “A.

Moro” per oltre vent’anni abbandonata e ripetutamente vandalizzata. Presenti al taglio del nastro di questo virtuoso progetto ci sono stati il sindaco Antonio Decaro e l’assessora alle Politiche educative e giovanili Paola Romano. «Ugo e la sua associazione – ha affermato il primo cittadino di Bari – venerdì sera hanno inaugurato un’impresa sociale, in un quartiere che non è difficile ma che ha solo forse ricevuto troppa poca attenzione da noi istituzioni e dal resto della città». Fuori orario si pone come polo aggregativo per tutti. È posto nel quartiere San Pio, ma mira ad attrarre persone da tutta l’area metropolitana barese e il suo obiettivo primario è l’inclusione sociale e culturale, in cui ricerca e sperimentazione, unite alle tecniche di produzione artigianale, diano ampio sfogo allo sviluppo di competenze. 


In questo la birra risulta essere un forte elemento aggregatore, capace di creare un senso di allegra comunità. Infatti in Italia ci sono numerosi esempi, particolarmente virtuosi, nei quali la produzione della bevanda è in realtà un pretesto per lanciare un progetto sociale che preservi, aiuti o reintegri i soggetti più deboli. Il gruppo musicale chiamato a esibirsi in questa prima serata è stato The Rumbleas composto da Joe Leali al contrabbasso, Alessio Virno, contrabbasso e voce, e Teo Carriero alla batteria. «Dal mio punto di vista – ha affermato Virno, impegnato in vari progetti artistici - operando anche con la mia associazione “Disaccordi” nell’ambito del quartiere con tutte le problematiche ma anche con tutta la gente che ha voglia di riscatto è stato percepire una sensazione bellissima. C’è stata un’atmosfera e un’energia unica. Questo è un progetto nato dal basso da ragazzi che hanno voluto riportare al loro quartiere e alla loro gente il rispetto che meritano. È stata certamente un’esperienza molto toccante».

La grande festa 

L’evento è stato gratuito, con ingresso libero e i partecipanti hanno potuto ballare e scatenarsi con i classici del rock n’roll, dello swing e del country. Al termine della loro esibizione poi sono state proposte le selezioni musicali del dj Japanorama. Durante la serata, come nei prossimi appuntamenti che saranno proposti, si è potuto degustare le birre prodotte dai ragazzi: Kieślowski (Keller-Pils), Fassbinder (Weiss), Lynch (Ipa) e Burton (Stout). Questo è un bel successo per l’intera comunità barese, una bella “botta di vita” in un quartiere dove i clan la fanno da padrone. È stato sicuramente un bel momento emozionante anche per il sindaco che Ugo, il responsabile dell’associazione che gestisce il birrificio, l’ha incontrato molti anni prima. «I suoi occhi ieri sera erano diversi da nove anni fa – ha confessato Decaro - quando li ho incrociati per la prima volta nella palestra che insieme ad altri suoi coetanei aveva occupato. Era poco più di un adolescente. Mi guardarono impauriti e diffidenti, quando entrai in quella palestra credendo che li avrei denunciati o cacciati. In quel momento mi resi conto di quanto a volte le istituzioni possano essere distanti dalla vita delle persone».

© RIPRODUZIONE RISERVATA - SEPA

© RIPRODUZIONE RISERVATA