Dalle mafie ai cittadini: nuova vita ai beni confiscati a Brindisi

Dalle mafie ai cittadini: nuova vita ai beni confiscati a Brindisi
di Francesco TRINCHERA
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Lunedì 24 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:43

Un nuovo volto per i beni confiscati alla criminalità organizzata a Brindisi, attraverso progetti che passino dal coinvolgimento di cittadini ed addetti ai lavori. Nell’ambito del progetto “Brindisi per bene”, che il Comune e Libera intendono candidare all’avviso pubblico nel programma regionale per il riuso di beni confiscati alla criminalità organizzata, si lavorerà in questo senso. I beni oggetto d’intervento saranno cinque, anche se fanno riferimento a due “blocchi” in aree specifiche. Il primo è in contrada Giancola, dove si agirà su due villini ed un terreno che corrispondono a tre particelle catastali, mentre su viale Commenda, nel quartiere omonimo, la proposta riguarderà due locali commerciali contigui. 

L'idea


L’assessore al Patrimonio, Mauro Masiello, ha specificato che la scelta è ricaduta su queste cinque proposte perché sono quelle per le quali l’ente è in possesso della documentazione necessaria. Per quel che riguarda i due villini in zona Giancola, questi “devono essere demoliti” perché abusivi. Operazione che sarà di competenza del Comune, come accade nei casi in cui non può farlo nell’immediato il precedente proprietario (avviando poi le procedure per il recupero dei costi dallo stesso). Per questo, l’idea è quella di intercettare dei fondi, “regionali e nazionali” ed avviare il processo di demolizione e smaltimento dei materiali, “nel rispetto della normativa vigente”.

Una volta che sarà completata questa operazione “la nostra idea è quella di fare in quell’area una zona verde sul mare, attrezzandola e ridandola alla fruizione dei cittadini”. I locali commerciali su viale Commenda (all’angolo con via Molise), invece, “sono abbastanza piccoli, complessivamente circa 55 metri quadrati”: tra le possibilità che si stanno vagliando, anche quella di poterli collegare visto il fatto che si tratta di strutture l’una accanto all’altra, ed esaminare le proposte che arriveranno sul possibile utilizzo, ad esempio un centro per la raccolta alimentare riservato alle famiglie più bisognose, similarmente a quanto già fatto per un altro stabile del quartiere in via Remo, che è stato candidato ad un bando del Piano nazionale di ripresa e resilienza (missione 5, Coesione ed Inclusione).

A più ampio spettro, Masiello ha sottolineato come questo processo partecipativo avviato assieme a Libera sia quello di avviare delle “call” per poter creare «un rapporto tra la pubblica amministrazione, i cittadini, le associazioni che forniscono idee per guardare al riutilizzo dei beni». Quindi, l’intenzione è quella di presentare delle idee che possano essere realizzabili e basate sui bisogni della gente. «Da questi spunti - ha aggiunto l’assessore – vedremo quali sono le proposte migliori perché possano essere finanziate». Per Masiello, tirando le somme, l’essenziale «è coinvolgere i cittadini all’interno di questo progetto, secondo quanto è anche richiesto dal bando, per permettere che chi usufruirà del bene sia il primo a dare delle idee». Questo perché «un utilizzo calato dall’alto potrebbe essere non gradito al cittadino o al rappresentante del terzo settore» o perché da questi ultimi «potrebbero arrivare degli input a cui mai avremmo pensato».

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