Vietati i funerali per Lello Capriati. L’autopsia: una vera esecuzione

Vietati i funerali per Lello Capriati. L’autopsia: una vera esecuzione
di Nicola MICCIONE
4 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Aprile 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:53

Eliminato sparandogli al volto. Quattro proiettili che non hanno lasciato scampo a Raffaele Capriati, 40 anni, ucciso la sera di Pasquetta in una strada buia di Torre a Mare, via Bari: i funerali si svolgeranno questa mattina (5 aprile), in forma privata, al cimitero monumentale di via Crispi, come annunciato ieri mattina dal prefetto Francesco Russo a margine del comitato per l'ordine e per la sicurezza pubblica. La salma è stata restituita ai parenti in serata, al termine dell’autopsia svolta nell’istituto di medicina legale del Policlinico di Bari dal professor Francesco Vinci in un'indagine coordinata dal pubblico ministero antimafia Grazia Errede.

L'autopsia

Bocche cucite sul caso che si è rivelato particolarmente complesso per i medici: durante il sezionamento del cadavere sono state svolte anche ulteriori analisi di laboratorio.

Secondo i primi risultati dell’esame autoptico la vittima sarebbe stata trafitta da quattro colpi. Tre hanno colpito il figlio di Sabino Capriati in pieno volto: «Lello», infatti, potrebbe essersi accorto dell’arrivo dei killer in sella ad uno scooter di grossa cilindrata o, semplicemente, potrebbe essersi voltato dopo essere stato chiamato. Gli assassini sono entrati in azione sparando dritto al bersaglio, in quello che sembra un omicidio premeditato, non un raptus o un delitto d'impeto.

La donna 

Il 40enne era in auto con una donna «alta e bionda» secondo due testimoni oculari, «non una sua parente, forse la sua compagna», rintracciata dagli inquirenti, quando, mentre era seduto al posto del passeggero, è stato colpito da tre colpi di pistola al volto e uno alla spalla. Tutti sparati dalla stessa arma (probabilmente un revolver, calibro 9x21). La successione di colpi a bruciapelo ha avuto un effetto dirompente e mortale. Di certo, ha mirato verso la testa per cancellarne vita e memoria, il killer. Voleva colpirlo e c'è riuscito. Tutto è durato pochi terribili secondi, quelli necessari a uccidere e fare scempio di un corpo, ma la dinamica precisa è tutta ancora da verificare e potrà essere completa una volta confrontati gli esami necroscopici con i rilievi eseguiti sul posto dalla scientifica. Solo così, forse, si avrà un quadro completo. La donna che era con lui, invece, una sua quasi coetanea, sin dai primi istanti avrebbe dato prova di muoversi in un contesto intriso da un atteggiamento «poco collaborativo», non del tutto esauriente. Dopo l'agguato, infatti, nonostante lo spavento, ha composto il 118, ha atteso l'arrivo del personale sanitario che ha estratto dall'abitacolo il nipote del mammasantissima Tonino in ospedale e lo ha portato in ospedale, al Policlinico, per poi svanire nel nulla a bordo della vettura. Insomma, ha chiesto aiuto e poi è scappata. E con l'auto è sparito anche lo smartphone di «Lello», non ancora ritrovato. Sino alla giornata di mercoledì, quando è stata rintracciata dagli agenti della Questura di Bari.

Parenti e persone vicine ascoltate dagli inquirenti

Dalla notte di Pasquetta a ieri gli agenti della Questura hanno ascoltato parenti e persone vicine alla vittima, in modo particolare attorno a piazza San Pietro, nella città vecchia, da sempre feudo dei Capriati, ma anche chi potrebbe avergliela giurata al punto da tendergli un agguato a due passi da Japigia, dove il 21 novembre 2018 fu ucciso suo fratello Mimmo mentre rincasava. Questa mattina, alla benedizione della salma, saranno presenti anche gli agenti della squadra mobile per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica. Gli stessi, che fra timori e omertà e sotto il coordinamento del primo dirigente Filippo Portoghese, stanno ricostruendo lo scenario in cui è maturato l'agguato. Potrebbe essersi trattato della conseguenza di una lite tra giovani Capriati e Strisciuglio in cui «Lello» si sarebbe intromesso in difesa dei suoi rampolli («d'altronde, considerando il suo profilo criminale non è escluso che si fosse messo in mezzo», è il ragionamento degli investigatori) o di un regolamento di conti per la gestione degli affari illeciti. In particolare quelli legati alla vita notturna. Dai locali alla droga, il business si accende al calar del sole.

© RIPRODUZIONE RISERVATA - SEPA

© RIPRODUZIONE RISERVATA