Bari sempre più "star" internazionale. L'antico giornale ebraico Jc: «Incantati»

Bari sempre più "star" internazionale. L'antico giornale ebraico Jc: «Incantati»
di Adalisa MEI
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Lunedì 6 Marzo 2023, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 10:06


Bari fa il giro del mondo. Sempre più testate internazionali, turistiche e non, stanno dedicando ampi spazi al capoluogo pugliese per esaltarne la bellezza. Questa volta il riconoscimento e la citazione arriva dal più antico giornale ebraico al mondo. Nonché il più influente. "The Jewish Chronicle", fondato nel 1841 - spesso noto come Jc - ha sede a Londra e dispone di giornalisti in tutto il mondo. Le pagine di notizie e opinioni del Jewish Chronicle, edito ogni giovedì, riflettono l'ampia diversità del pensiero religioso, sociale e politico ebraico da sinistra a destra, da ortodosso a secolare. 


L'invito a esplorare il Sud

Il settimanale solo lo scorso numero, grazie alla penna della giornalista Janice Hopper , ha titolato "Giù verso il tallone d'Italia", un ampio spazio dedicato a Bari e di come «con il suo mix di tradizione e modernità, un pizzico di mare e una storia affascinante, una soleggiata vacanza nella città offre un vero assaggio dell'Italia». Ma non solo.

Il giornale invita i propri lettori a spingersi durante le proprie vacanze verso il sud dell'Italia, piuttosto che raggiungere le mete turistiche del Nord più blasonate. Infatti Hopper sostiene che «Bari, la vivace capitale della Puglia, è spesso trascurata dai turisti, ma molto allettante. E al di là dei negozi, dei bar e dei ristoranti, nascosti tra i tranquilli vicoli tortuosi del centro storico, dove i tradizionali venditori di pasta vendono i loro prodotti e il tempo sembra essersi fermato, Bari ha forti radici ebraiche che risalgono all'epoca romana».

Articolo e foto


Un lungo articolo quindi corredato dalle foto degli scorci più belli di Bari, dell'arte e dei suoi sapori, sempre più nel gotha delle mete da non perdere per i turisti internazionali. Nel reportage pubblicato sul settimanale, la giornalista ricorda appunto le radici ebraiche di Bari. La città «è diventata un faro di speranza alla fine della seconda guerra mondiale, quando molti ebrei provenienti da tutta Italia e dai paesi occupati dai nazisti si rifugiarono qui; dopo l'istituzione di un campo profughi, l'area divenne un punto di partenza per la Palestina offrendo libertà e nuova vita. Il centro storico custodisce ulteriori indizi sul passato ebraico della città».


Si racconta poi della bellezza di Bari e di come sia gradevole passeggiare per la città vecchia. Non può mancare la citazione della «strada Arco Basso, meglio conosciuta come la strada delle orecchiette, dove le donne locali preparano per le vie la pasta tradizionale pugliese». Così anche dei tour di street food "a piedi o in bicicletta". E poi tra le righe si racconta del Castello Svevo e del lungomare Nazario Sauro «dove fermarsi a guardare il mare». Scherzose le parole scelte dalla giornalista sulla spiaggia della città di Bari Pane e Pomodoro': «il nome è memorabile scrive è risaputo che gli italiani amano i carboidrati e i pomodori, ma dare a una spiaggia il nome di un alimento è sicuramente bizzarro». 
Il riferimento al cibo se si parla di Bari è d'obbligo. E la regola vale anche per Hopper che descrive il panzerotto come un panino fritto «contenente condimenti tipici della pizza come mozzarella e pomodoro. Altre prelibatezze pugliesi a cui prestare attenzione si legge nell'articolo oltre ai frutti di mare e al pesce fresco».

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