La Commissione europea ha deciso di proseguire nella procedura contro l'Italia per le concessioni balneari. Il nuovo passaggio è rappresentato da un 'parere motivatò in base al quale all'Italia viene ingiunto di conformarsi al diritto dell'Unione e viene sollecitata a comunicare i provvedimenti disposti a tal fine entro due mesi. Se lo Stato non provvede a conformarsi, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell'Unione europea.
Bruxelles ritiene che le autorizzazioni, il cui numero è limitato per via della scarsità delle risorse naturali (ad esempio le spiagge), devono essere rilasciate per un periodo limitato e mediante una procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi.
Il portavoce
La Commissione Europea «ha mandato un parere motivato», il secondo stadio della procedura d'infrazione Ue, all'Italia «sulle concessioni balneari, come seguito alla lettera di messa in mora del 2020». Lo dice la portavoce al Mercato Interno Johanna Bernsel, rispondendo a una domanda specifica durante il briefing quotidiano con la stampa. Seguendo una procedura assai inusuale, la decisione non è stata inclusa nel lungo comunicato stampa mensile che riassume le procedure d'infrazione, diffuso oggi, ma è stata pubblicata solo nel database.