Violenza sessuale, tentò di stuprare la nipote dell'anziano che accudiva: condannato badante

Violenza sessuale, tentò di stuprare la nipote dell'anziano che accudiva: condannato badante
Violenza sessuale, tentò di stuprare la nipote dell'anziano che accudiva: condannato badante
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Martedì 3 Ottobre 2023, 20:55 - Ultimo aggiornamento: 21:06

Avrebbe tentato di violentare la nipote dell’anziano che stava accudendo come badante. Per questo la Corte d’Appello, l’altro giorno lo ha condannato a due anni e quattro mesi di reclusione, riducendo sensibilmente la pena a quattro anni e mezzo che l’imputato aveva rimediato in Tribunale.

Questo l’esito del secondo grado di giudizio del procedimento che ha visto imputato un tarantino di 65 anni con la contestazione di violenza sessuale. L’uomo era finito nei guai per un episodio risalente all’1 maggio di tre anni fa nell’appartamento in cui accudiva l’anziano che gli era stato affidato dai familiari. Quel giorno, infatti, il badante venne raggiunto in casa dalla nipote del vecchietto, una tarantina di 35 anni. La donna avrebbe dovuto aiutarlo nell’assistenza all’anziano. Durante la mattinata, però, l’imputato avrebbe assalito la donna cercando di abusare di lei.

I fatti

In pratica, stando al racconto fatto dalla donna, l’imputato la colse alla sprovvista alle spalle e la scaraventò sul letto posizionato di fianco a quello del nonno, proprio per consentire al badante di riposare. Durante l’aggressione la donna venne palpeggiata ripetutamente e l’uomo riuscì anche a sfilarle i pantaloni. Per vincere la reazione della vittima che cercava in tutte le maniere di divincolarsi, il 65enne tentò anche d coprirle la faccia con un cuscino. Proprio in quel momento, però, la malcapitata riuscì a liberarsi e a sferrare un calcio all’uomo, che fu costretto a mollare la presa. 
La donna, quindi, approfittò di quel momento per imboccare la porta e scappare via. Una volta in strada si rifugiò in un bar e telefonò ai familiari per chiedere aiuto. Un episodio sconcertante per il quale scattò subito la denuncia per violenza sessuale. In primo grado l’imputato testimoniò che la vittima lo avrebbe accusato falsamente in ragione di contrasti pregressi. Una spiegazione che, però, non convinse il Tribunale, presieduto dal giudice Elvia Di Roma e completato dai giudici Federica Furio e Anna Lucia Zaurito. Il collegio ritenne provata la sua responsabilità in ordine alle contestazioni e condannò l’uomo a quattro anni e mezzo di carcere, oltre all’obbligo di risarcire la vittima. Il verdetto è stato appellato dal legale dell’imputato, l’avvocato Alessandro Scapati. Le argomentazioni sostenute dal legale nel corso della discussione dell’altro giorno hanno spinto la Corte d’Appello a riqualificare l’episodio nell’alveo della fattispecie di lieve entità. Per questo il collegio, pur confermando la condanna, ha ridotto la pena a due anni e quattro mesi di carcere.

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