Un'assoluzione, perchè il fatto non sussiste, e sentenza di non luogo a procedere per altri otto imputati. Questo il verdetto con il quale il giudice di Taranto ha chiuso il procedimento aperto per la morte del piccolo Lorenzo Zaratta, il bimbo tarantino ucciso a soli cinque anni da un cancro al cervello. Per la morte del bimbo, la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per nove ex dirigenti dello stabilimento Ilva. Il piccolo Lorenzo venne stroncato dal cancro nel luglio del 2014. Una patologia grave che, nel caso del bimbo tarantino, si è manifestata già nei primi mesi di vita. L'accusa a carico degli imputati era basata sulla esistenza di un nesso causale tra la morte del bimbo e i veleni industriali ai quali la mamma del piccolo era stata esposto nel corso della gravidanza.
Il processo
Al varco della preliminare uno degli imputati aveva chiesto il rito abbreviato.
La decisione
Dopo le repliche in camera di consiglio questa mattina, il gup Carriere ha deciso di assolvere Cavallo (difeso dagli avvocati Francesco Centonze e Lodovica Beduschi), e di dichiarare il non luogo a procedere per gli altri imputati. Niente processo, quindi, per Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento llva (difeso dagli avvocati Pasquale Annichiarico e Enzo Vozza), Giancarlo Quaranta (difeso dall’avvocato Carlo Sassi) e Marco Adelmi (difeso dagli avvocati Raffaele Errico e Pasquale Lisco), ex responsabili dell’area Parchi, Ivan Di Maggio, ex responsabile delle cokerie, Salvatore De Felice (difeso dall’avvocato Leonardo Lanucara), ex responsabile degli altiforni, Salvatore D’Alò, ex responsabile dell’Acciaieria 1, Giovanni Valentino (difeso dall’avvocato Gaetano Melucci), ex responsabile dell’Acciaieria 2, e Giuseppe Perrelli (difeso dall’avvocato Alessandra Tracuzzi), ex responsabile dell’area Grf.