Strage della Statale 100, ​imputato accusato di triplice omicidio stradale patteggia 3 anni

Il giovane di 26 anni è un militare della Marina del Qatar che in quel periodo si trovava a Taranto per un corso di addestramento

Strage della Statale 100, imputato accusato di triplice omicidio stradale patteggia 3 anni
​Strage della Statale 100, ​imputato accusato di triplice omicidio stradale patteggia 3 anni
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Venerdì 23 Febbraio 2024, 20:56 - Ultimo aggiornamento: 21:27

Tre anni di reclusione e circa 27mila euro di spese di giudizio la morte di tre persone, vittime di un pauroso incidente stradale avvenuto a marzo del 2022 sulla statale 100 all’altezza di Mottola

L’imputato, assistito dall’avvocato Michele Petronzi di Roma, che era alla guida dell’auto che avrebbe provocato lo scontro frontale con un’altra autovettura, ha scelto di definire la sua posizione patteggiando la pena. Il giovane di 26 anni è un militare della Marina del Qatar che in quel periodo si trovava a Taranto per un corso di addestramento insieme ad altri tre suoi connazionali, anche loro militari, due dei quali, di 23 e 24 anni, morirono nell’incidente e il terzo rimase ferito gravemente. I militari del Qatar si trovavano a Taranto perché in quel periodo stavano frequentando presso il Maricentadd della Marina militare un corso di formazione professionale legato a navi consegnate dall’Italia alle forze armate dei loro Paesi. Nel violentissimo impatto perse la vita il conducente dell’altra macchina, un quarantaquattrenne di Triggiano in provincia di Bari.

Cosa successe

Le due autovetture, un’Audi Q5 con i qatarini a bordo guidata dal 26enne, invase la carreggiata opposta scontrandosi frontalmente con una Fiat Tipo con a bordo il triggianese. Nello scontro tremendo le due macchine si disintegrarono provocando una vera e propria carneficina con tre morti sul colpo e due feriti trasportati in ospedale, il meno grave dei quali il conducente finito sotto processo con la contestazione di omicidio stradale plurimo. 
Le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Massafra e le perizie successive stabilirono che l’Audi sfrecciava ad una velocità elevata, stimata in circa 140 chilometri orari, su un tratto di strada in discesa con un limite di velocità previsto decisamente inferiore. 

All’altezza di un cavalcavia, si legge nel capo d’imputazione, il qatarino «per negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle norme del codice della strada, a causa dell’alta velocità, del fondo stradale bagnato e viscido», urtò contro la parete di contenimento laterale opposta prendendo in pieno la Fiat che proveniva dalla parte opposta.
Dopo la richiesta di rinvio a giudizio, il giovane ha chiesto di chiudere il procedimento con il patteggiamento allargato.

All’imputato sono state riconosciute una serie di attenuanti. Tra queste quella della giovane età, l’oggettiva pericolosità del tratto di strada interessato (già teatro di numerosissimi incidenti anche mortali) e le concrete condizioni atmosferiche e del luogo dove è avvenuto il sinistro con il fondo stradale bagnato per la pioggia e in situazione di scarsa illuminazione e visibilità. 

Il giudice nel suo verdetto ha escluso l’aggravate relativa alla velocità eccedente gli oltre 50 chilometri orari rispetto al limite in quanto quella contestata nell’imputazione è da ritenere una stima. Erano venti le persone costituitesi parti civili nel processo, quindici parenti della vittima barese e cinque dei tre militari qatarini coinvolti. Il collegio difensivo della persone offese è stato composto dagli avvocati Fabrizio Del Vecchio, Carlo Maccallini, Gianni Busco, Michele Laforgia, Isabella Nuzzolese, Mauro Petrarulo, Giuseppina Dinisi, Edgardo D’Orsi e Francesco Vincenzo Papadia.

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