Scontrini pazzi, altro caso in Puglia: sovrapprezzo per un cambio articolo. «Siamo scandalizzati»

Scontrino pazzo, altro caso in Puglia: sovrapprezzo per un cambio articolo. «Siamo scandalizzati»
Scontrino pazzo, altro caso in Puglia: sovrapprezzo per un cambio articolo. «Siamo scandalizzati»
di Nazareno DINOI
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Lunedì 21 Agosto 2023, 20:24 - Ultimo aggiornamento: 20:45

L’estate dei sovrapprezzi folli sulla consumazione o l’acquisto di prodotti, presenta un inedito per la provincia di Taranto dove sullo scontrino di un market del litorale orientale è comparsa la dicitura «cambio articolo». 
Con l’addebito di un euro per il «fastidio» del negoziante nel ritirare il prodotto appena acquistato e consegnarne un altro dello stesso prezzo ma di differenti proprietà.

«Volevo avvisare turisti e non che da oggi anche per cambiare un acquisto errato c’è l’aggiunta di un euro», commenta la protagonista dell’episodio che ben si colloca tra le ricevute fiscali con sovrapprezzi stravaganti applicati, ad esempio, al taglio del toast o al secondo piattino vuoto.

Cosa è successo

Il fatto è avvenuto in un locale commerciale di San Pietro in Bevagna, la marina del comune di Manduria dove la famiglia di turisti protagonista del nuovo caso ha deciso di trascorrere le vacanze.

Giornate splendide di bel tempo, distese di sabbia bianchissima, acqua calda e limpidissima del mare e freddissima dei due fiumi Chidro e Borraco. Gente del posto cordiale, buon vino Primitivo ma con l’antipatica sorpresa del piccolo tributo per aver cambiato idea sul prodotto appena acquistato. «Ho pure comprato altro in aggiunta a quello cambiato e altri due prodotti; quindi oltre alla differenza sulla somma precedentemente spesa ho dato anche l’aggiunta di un euro extra», racconta la donna di origini salentine che vive al Nord mostrando lo scontrino incriminato. 


In effetti il documento fiscale riporta la dicitura «cambio articolo» già impostata dallo strumento contabile e quindi non un caso unico ma programmato. Si parla di somme irrisorie che non fanno certamente arricchire nessuno, buone però per creare polemica e allungare la lista dei sovrapprezzi “creativi” che fanno arricciare il naso alla clientela. E ad arricchire le storie che hanno tenuto banco per tutta l’estate. Dai due euro per chiedere un piattino in più nel ristorante della provincia di Savona, all’euro in più chiesti per un cappuccino pagato con il bancomat in un bar del Veneto, o all’euro e 50 centesimi per un altro cucchiaino in una pizzeria di Alba, al più discusso di tutti, quello dei due euro per il toast diviso in due in un locale sul lago di Como. Scandali che non hanno risparmiato neanche la Puglia con la frisella salentina a 16 euro e una puccia pagata 26 euro in un lido della provincia di Lecce. Una baraonda di critiche a non finire al settore della ristorazione e del commercio più in generale, dove conquista un posto d’onore lo scontrino di San Pietro in Bevagna. «Mi chiedo se nelle regole del commercio e del diritto al recesso tutto questo sia legale», afferma la turista del Nord scandalizzata non per l’importo, irrilevante, quanto per il gesto francamente eccessivo. «Non mi era mai successo di aver dato un rifuso per un cambio articolo», osserva la turista che tra i ricordi del bel mare, delle larghe spiagge e del buon vino conserverà quello, cattivo, della tassa sul cambio merce. «Vacanze splendide per il clima e per le naturali bellezze paesaggistiche, un vero tesoro rovinato da questo spiacevole episodio. E tutto per cosa? Per guadagnare un solo euro», conclude la donna. 

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