A scuola con quaderni, libri e una pistola: uno studente minorenne finisce nei guai

Si tratta di un revolver giocattolo caricato ad aria compressa: il giovane raccontava ai compagni che l’arma era vera

A scuola con quaderni, libri e una pistola: uno studente minorenne finisce nei guai
di Nazareno DINOI
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Lunedì 6 Marzo 2023, 21:27 - Ultimo aggiornamento: 21:29

Oltre ai libri e alle matite e lo spuntino per la ricreazione, nello zaino di scuola di un ragazzo trovava spazio anche una pistola. Un’arma giocattolo capace però di far male con proiettili sparati ad aria compressa. Assolutamente simile ad un vero revolver. È la sconcertante scoperta fatta da un docente di un istituto scolastico di Sava, protagonista un minorenne di Manduria, cittadina che mette ancora una volta in mostra il peggio dal punto di vista sociale con minori dall’indole sempre più violenta. A quanto pare lo studente amava vantarsi con i suoi compagni della sua pericolosa arma giocattolo che spacciava come vera, evidentemente per intimorire o emulare chissà quale personaggio televisivo o della console o semplicemente per farsi rispettare e temere. 

Il pericoloso atteggiamento e il possesso dell’arma è arrivata alle orecchie del professore che ha agito nella maniera più giusta facendosi consegnare l’arma che l’ha sequestrata.

Subito dopo il docente ha informato la direzione dell’istituto che ha fatto il suo dovere informando i genitori non prima di aver chiamato i carabinieri della locale stazione. 

L'intervento dei carabinieri

I militari sono così intervenuti prendendo in consegna la pistola e denunciando il giovane. Scontata la trasmissione degli atti alla procura presso il Tribunale dei minorenni di Taranto, guidata dal procuratore Antonella Montanaro che deciderà le eventuali misura da prendere. I genitori del minore, apparentemente tranquilli, sicuramente lontani dagli ambienti della criminalità, non hanno saputo spiegare la provenienza della pistola. 

Un altro episodio di devianza minorile di un giovane manduriano che si aggiunge a quello del 25 febbraio scorso quando nel centro storico della città messapica un sedicenne ha puntato la pistola scacciacani contro il petto di un suo coetaneo esplodendo poi dei colpi in aria a scopo intimidatorio. Per non parlare del contesto e nel periodo in cui tali fatti sono avvenuti: l’efferato omicidio di un ventunenne del 22 febbraio per il quale sono accusati tre giovani del posto, un ventenne e due ventitreenni non ancora compiuti. Per non parlare della notissima e tristissima vicenda degli «orfanelli», la banda di minori che si divertivano a «giocare» con Antonio Stano, «il pazzo», un povero pensionato con disturbi del comportamento che viveva da solo in un appartamento diventato teatro di violenze e vessazioni di ogni genere da parte del branco che lo ha portato alla morte per una sorta di decadimento psichico e organico. 

Flash di una problematica da non sottovalutare e sulla quale prima il procuratore Antonella Montanaro e in tempi più recenti il procuratore generale di Lecce Antonio Maruccia, hanno richiamato l’attenzione. Un allarme che non è stato sottovalutato dalle forze dell’ordine che hanno intensificato le attività proprio nei luoghi di ritrovo dei più giovani.

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