Un percorso subacqueo nella baia archeologica di Saturo. A Taranto le immersioni culturali

La veduta aerea della baia di Saturo, a Leporano
La veduta aerea della baia di Saturo, a Leporano
di Domenico PALMIOTTI
4 Minuti di Lettura
Domenica 20 Agosto 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 15:30

Scoprire un pezzo del passato immergendosi nelle acque di Saturo. Vedere la storia attraverso quanto custodiscono i fondali marini. E quindi rivivere, in una dimensione molto particolare, attraverso l'archeologia subacquea, ciò che Taranto e le sue coste sono state nell’antichità. Nei prossimi mesi questo sarà possibile. 
Lo dice a “Quotidiano” Barbara Davidde, soprintendente della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo che ha sede a Taranto.

Il progetto

«Stiamo facendo attività di ricerca per la valorizzazione di un percorso subacqueo a Leporano, nella baia di Saturo - afferma -. Il percorso non è ancora agibile, ci stiamo lavorando. Credo che per settembre-ottobre dovremmo essere pronti. Dobbiamo ancora completare i lavori. In quel tratto di mare c’è un relitto sommerso di epoca romana, una nave che trasportava tegole e mattoni per la costruzione, più un grande antemurale antico, un frangiflutto che è stato costruito e che stiamo studiando». «Sia il relitto che l’antemurale potranno essere visitati, ma i visitatori dovranno essere sub per immergersi ed esplorare - dice Davidde -. C’è anche una rete di sensori e sperimenteremo l’internet subacqueo. Il nostro personale sarà all’inizio del percorso, poi spero che lavoreranno i Diving center della zona. Saturo è un sito molto interessante». 

Le tecnologie


Le tecnologie, comunque, permettono di far conoscere i beni sommersi anche a chi è a casa attraverso un pc. Al computer è infatti possibile ammirare un video a 360 gradi, una visita immersiva che mostra come quei beni erano in passato e come apparivano. Invece per coloro che vanno sott’acqua, sono a disposizione dei tablet speciali, i quali, con un innovativo sistema acustico di trasmissione dati, consentono ai subacquei di vedere la realtà aumentata. In pratica, scoprono il rudere come era nell’età antica. 

La mostra


Intanto la sede della Soprintendenza ospita da giugno la mostra “Recuperati dagli abissi”. Si tratta di un tesoro archeologico del settimo secolo avanti Cristo, che la società Tap ha salvato a 780 metri di profondità durante i lavori per il gasdotto che dall’Azerbaijan approda a San Foca, nel Salento, e che la Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo ha restaurato a partire dalla fine del 2021. Sono 50 reperti di età corinzia. Nello specifico, 2 anfore da trasporto del tipo corinzio A, 5 hydriai, 3 oinochoai, una brocca, 10 skyphoi e un pithos, rinvenuto in stato frammentario. Durante il restauro, all’interno del pithos sono stati rinvenuti altri 28 skyphoi impilati, mentre le anfore hanno addirittura restituito numerosi noccioli di olive. I reperti erano a bordo di una nave naufragata. Si tratta di ceramiche di manifattura corinzia. In particolare, contenitori per il trasporto di derrate alimentari e ceramica fine da mensa. Gli archeologi lo definiscono un ritrovamento eccezionale. 
«La mostra sta andando bene, abbiamo molti visitatori, compatibilmente con le vacanze estive e la preferenza rivolta al mare, però, ripeto, sta andando bene», sostiene Davidde. 

Gli altri appuntamenti


«Promuoverla di più? No - prosegue -, va bene così. Intanto stiamo valorizzando il chiostro della nostra sede di via Viola, l’ex convento Sant’Antonio. Lo stiamo facendo in base alle nostre forze perché il personale non è tantissimo e non si può forzare la mano. La mostra “Recuperati dagli abissi” rimane aperta sino a fine anno. Di visitatori ne abbiamo tutti i giorni, gruppi compresi. Da settembre, poi, abbiamo tutta la possibilità di ripartire». 
Intercettare i croceristi che visitano il MArTa? «Col Museo ci siamo già un po’ organizzati, dando la possibilità, con lo stesso biglietto del MarTa, di visitare anche le tombe.

Ora stiamo programmando per il 29 settembre un evento sulla street art, sull’arte contemporanea. Inoltre, presenteremo il catalogo della mostra sui reperti archeologici recuperati grazie a Tap perché nell’anno c’è il convegno sulla Magna Grecia che raccoglie gli studiosi da tutto il mondo e quindi vogliamo presentarlo in quell’occasione».  

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