Maltratta la moglie per 49 anni. Il pm chiede il rinvio a giudizio

L'aula delle preliminari del Tribunale di Taranto
L'aula delle preliminari del Tribunale di Taranto
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Mercoledì 3 Aprile 2024, 16:10 - Ultimo aggiornamento: 16:30

Prima la denuncia e poi la misura del divieto di avvicinamento alla moglie con la quale era arrivato alla soglia delle nozze d’oro. E ora anche l’incubo di dover affrontare un processo per difendersi dalla pesante contestazione di maltrattamenti in famiglia. Questo sembra riservare il futuro al 75enne di Taranto protagonista della singolare vicenda deflagrata a novembre scorso, richiamando anche l’attenzione delle tv nazionali, dopo la denuncia della moglie con la quale è stato sposato per 49 anni.

Per lui, infatti, il pubblico ministero Marzia Castiglia ha già depositato la richiesta di rinvio a giudizio.

Tra qualche settimana l’imputato, che è assistito dall’avvocato Egidio Albanese, dovrà presentarsi dinanzi al gup Alessandra Rita Romano per capire se affrontare un processo basato su contestazioni che coprono praticamente tutti gli anni del suo lungo matrimonio, naufragato dopo la decisione della moglie di dare un taglio ai maltrattamenti che sostiene di aver subito sin dall’inizio di quella unione.

La denuncia

Proprio lei aveva raccontato ai poliziotti della questura di Taranto di aver sopportato per 49 anni di matrimonio botte e umiliazioni. E di aver trascorso una vita di inferno. Nell’estate dello scorso anno, però, a 75 anni e dopo essere stata bistrattata, a suo dire, persino nel periodo in cui era costretta a stare a letto per le conseguenze della frattura del femore, si decise a parlare. Davanti agli agenti vuotò il sacco liberandosi di quel peso che l’aveva accompagnata per tutta la vita. La malcapitata agli agenti raccontò proprio tutto. Per lei si spalancarono le porte di una residenza protetta, riservata alle vittime di violenza domestica, mentre per il marito bollato come un tiranno cominciarono i guai. Il gip Benedetto Ruberto, su richiesta della pm Marzia Castiglia, dispose per lui la misura del divieto di avvicinamento. All’uomo fu imposto di stare lontano dalla oramai ex moglie ma anche dai figli, che per anni avrebbero assistito, senza reagire, alle violenze del padre.

Le accuse

Stando alla denuncia dettagliata presentata dalla donna, lei avrebbe subito odiose vessazioni e aggressioni, alcune risalenti agli anni ‘70. Nel suo racconto avrebbe spiegato di essere stata aggredita per le motivazioni più banali. Troppo olio nella pasta, la luce lasciata accesa o le manopole del gas non allineate sarebbero bastate per scatenare la rabbia del coniuge. Il marito, a suo dire, in più occasioni l’avrebbe colpita con schiaffi e pugni, arrivando a trascinarla per i capelli e a isolarla dai suoi familiari.Un quadro che in verità, al varco dell’interrogatorio di garanzia, l’imputato aveva respinto, sostenendo di non aver maltrattato la moglie durante le nozze e ammettendo solo diversi litigi, ma, a suo dire, di quelli normali che avvengono in tutti i matrimoni. Ora per lui è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Castiglia. 

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