Appiccano le fiamme nel cuore della notte. Intimidazione al lido

Appiccano le fiamme nel cuore della notte. Intimidazione al lido
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Mercoledì 3 Aprile 2024, 15:57 - Ultimo aggiornamento: 16:30

Hanno appiccato le fiamme alle strutture del lido approfittando delle tenebre, dopo aver cosparso di liquido infiammabile l'ingresso dello stabilimento “Capitan Morgan”, nella marina di Pulsano, in provncia di Taranto. E poi si sono dileguati approfittando del buio pesto, mentre alle loro spalle il rogo divampava seminando danni. Indagano i carabinieri del reparto operativo, in collaborazione con i militari della compagnia di Manduria sull'intimidazione messa a segno nella notte tra Pasqua e la giornata di Pasquetta ai danni dello stabilimento situato in uno degli scorci più suggestivi della litoranea.

L'allarme è scattato nel cuore della notte, quando alcuni automobilisti di passaggio si sono accorti delle fiamme e del fumo che si alzavano proprio in prossimità dell'ingresso del lido, dove è posizionato anche l’ufficio dell'amministrazione dello stabilimento.

Tra i primi ad accorrere sul posto dopo l’allarme uno dei titolari. Ed è toccato proprio alla vittima l’ingrato compito di fare la primissima conta dei danni provocati dall’incendio. Bruciata una struttura in legno, parte del pavimento, anche questo in legno, e l’ingresso dell’ufficio della direzione. Quando il malcapitato imprenditore è sopraggiunto ha trovato le strutture di sua proprietà ancora roventi e fumanti, ma ha anche individuato una serie di tracce che non lasciano alcun dubbio sulla natura dolosa delle fiamme.

ll raid

Il responsabile del danneggiamento, infatti, deve proprio aver agito di gran fretta. Non è da escludere che sia stato disturbato da qualcuno mentre nelle tenebre era impegnato a mettere a segno il raid ai danni dello stabilimento. Sul posto, infatti, gli autori dell'intimidazione hanno abbandonato una tanica di plastica da cinque litri, utilizzata certamente per trasportare il carburante, probabilmente del gasolio, che è stato versato per alimentare l’incendio e aumentare le conseguenze del rogo. Evidentemente dopo aver appiccato le fiamme il malintenzionato deve essere fuggito di gran carriera senza recuperare quel recipiente. E non è tutto. Sulla sabbia dello stabilimento, infatti, ha lasciato anche un lungo bastone bruciato all'estremità. Quasi certamente deve essere stato utilizzato come una torcia per farsi luce nel buio durante l'azione. Tracce sin troppo chiare che hanno confermato immediatamente i sospetti sull'origine dolosa del rogo. A completare il quadro ci sarebbero anche le immagini registrate da una telecamera di sicurezza.

Le indagini

Elementi che sono al vaglio dei carabinieri chiamati a decifrare l'episodio e a dare un volto ai responsabili di una aggressione che lancia un’ombra preoccupante in vista dell'oramai imminente stagione estiva. Gli investigatori dell'Arma l'altra mattina hanno effettuato un sopralluogo nella zona dell'incendio, hanno acquisito i filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza e hanno anche raccolto la deposizione denuncia della vittima. Stando a quanto si è appreso, l'uomo avrebbe escluso di aver ricevuto richieste di natura estorsiva. Ovviamente quella della possibile mano del racket è la prima pista battuta dagli investigatori anche se, come si dice in questi casi, le indagini procedono a 360 gradi. Per questo si stanno sondando tutte le ipotesi. Di certo gli investigatori si sono messi alacremente al lavoro con la ferma intenzione di riuscire a capire il movente della pesante intimidazione e quindi risalire al responsabile e ad eventuali mandanti. Nelle scorse ore sono state ascoltate diverse persone e sono stati effettuate attività mirate. Come si diceva, non è esclusa alcuna ipotesi, ma l’impressione è che gli investigatori abbiano già imboccato una pista determinata. E la soluzione del giallo potrebbe arrivare a stretto giro di posta. 

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