L'antico convento di San Francesco da Paola a Martina Franca pronto a tornare a svolgere la sua originaria funzione, quella di centro di formazione e catechesi. Martedì prossimo, alla presenza dell'Arcivescovo Filippo Santoro e del sindaco Franco Ancona, sarà inaugurato il cantiere dove, da qualche settimana, sono già stati avviati i lavori di recupero del seicentesco ex seminario, prezioso immobile bisognoso da lungo tempo di interventi di ristrutturazione.
Le cifre
Un'opera importante, commissionata dall'Arcidiocesi di Taranto e affidata, per la progettazione, allo studio Start e, per la direzione dei lavori, ad un team di professionisti composto dall'architetto Leda Ragusa e dagli ingegneri Gianfranco Tonti, Stefano Tomassi, Gabriele Napolitano e Laura Tonti. 2.889.211,85 euro l'importo degli interventi, eseguiti dall'impresa Ferrarese srl, la cui ultimazione è prevista per il novembre del 2024. Una struttura di gran pregio sotto l'aspetto storico-culturale, per il cui restauro già negli anni scorsi si formò un apposito comitato cittadino, guidato dall'assessore alle attività culturali, Antonio Scialpi che ripercorre la storia dell'ex convento.
La storia
«Il convento dei Paolotti sorse ai primi del 1600 e fu terminato nel 1668, allorquando San Francesco da Paola fu eletto protettore pro tempore meno principale di Martina con un impegno di dieci ducati da parte dell'Università cittadina fino al 1700. A fianco, sorse la bellissima chiesa di San Francesco da Paola, un gioiello artistico architettonico con le sue colonne tortili e il suo patrimonio pittorico rilevante. Nei primi anni del Novecento fu aggiunto un belvedere e un giardino sulla Valle d'Itria, da dove il convento era visibile insieme alle chiesette extramoenia, da quella di San Michele fino a San Nicola del Pendino, passando per Cristo alla Grotta, la chiesa dello Spirito Santo e della Provvidenza».
«Nel Convento dei Paolotti - continua Scialpi - soggiornarono personalità spiritualmente eminenti, quali il venerabile Padre Bonaventura Gaona, il padre Dionigi Colucci, il padre Giambattista Selvaggi. Soppresso in età napoleonica poi riattivato, soppresso e incamerato nel 1866 dopo Unità d'Italia. Lo rilevò il ricco filantropo Antonio Bruni, che poi legò il suo nome all'attuale Ateneo Bruni, per 10.247 lire. Nel 1890 lo cedette al Comune per provvedere a tutti i bisogni occorrenti ad un ricovero di mendicità.