«L'Ilva totalmente green? Avrebbe costi esorbitanti». Parla il professor Cavaliere: le ipotesi a idrogeno per lo stabilimento di Taranto

«L'Ilva totalmente green? Avrebbe costi esorbitanti». Parla il professor Cavaliere: le ipotesi a idrogeno per lo stabilimento di Taranto
«L'Ilva totalmente green? Avrebbe costi esorbitanti». Parla il professor Cavaliere: le ipotesi a idrogeno per lo stabilimento di Taranto
di Alessio PIGNATELLI
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Mercoledì 7 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:03

«Un’Ilva riconvertita totalmente a idrogeno green avrebbe un costo astronomico. Si stima un investimento di circa 26 miliardi di euro. L’idrogeno verde è quello prodotto da elettrolisi dell’acqua utilizzando fonti energetiche rinnovabili e bisogna distinguerlo da idrogeno grigio e blu che avrebbero impatti meno pesanti ma comunque rilevanti».

Pasquale Cavaliere, professore del dipartimento dell’Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento, è autore di numerose pubblicazioni sulla siderurgia. E proprio nel suo ultimo libro intitolato “Hydrogen Assisted Direct Reduction of Iron Oxides” - sarà pubblicato nel prossimo mese di novembre - ha approfondito i calcoli riguardanti un’eventuale conversione a idrogeno dell’impianto tarantino. Esattamente ciò di cui si parla negli ultimi tempi ma prima occorre fare una premessa. I fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono vincolati all’uso dell’idrogeno pulito. È bene ricordarlo ancora per non generare confusione: nel testo del Pnrr si specifica che “nell’ambito di questo investimento sarà lanciato un bando specifico per sostenere la R&D&I (Research, Development and Innovation) per il processo di produzione dell’acciaio attraverso l’uso crescente dell’idrogeno.

Nell’ambito di questo progetto non sarà finanziato gas naturale. Questa misura sostiene la produzione di idrogeno basata sull’elettrolisi utilizzando fonti energetiche rinnovabili”.

Ecco, l’ultimo passaggio è fondamentale. «L’idrogeno grigio è un idrogeno prodotto da idrocarburi come il metano pertanto non è carbon free - spiega Cavaliere - Inoltre l’anidride carbonica prodotta durante il reforming del metano viene liberata in atmosfera. Se l’anidride carbonica viene catturata e riutilizzata si parla invece di idrogeno blu. Quello verde è prodotto unicamente da elettrolisi dell’acqua utilizzando fonti energetiche rinnovabili». Fatta questa doverosa premessa, il docente e ricercatore analizza le diverse ipotesi di investimento sullo stabilimento jonico.

Stime e ipotesi

«Nei calcoli siamo partiti dal presupposto che l’impianto di Taranto produca a regime 5 milioni di tonnellate l’anno di acciaio. Per fare ciò sono necessari due moduli di riduzione diretta degli ossidi di ferro con una taglia di 2.5 milioni di tonnellate/anno. Il preridotto poi va utilizzato nei forni elettrici per la produzione di acciaio». Un’ulteriore soluzione è rappresentata «dai forni OSBF che consentono di produrre ghisa liquida partendo da minerali anche di bassa qualità. Tale soluzione consente di bypassare le problematiche relative all’approvvigionamento di materie prime che sta divenendo molto stringente nel panorama internazionale. L’investimento in tali impianti sarebbe di circa 6 miliardi di euro». Nel caso di idrogeno grigio si ipotizza dunque un investimento nell’ordine dei 6 miliardi di euro che però non rientra in quei parametri di Bruxelles. E se si volesse recuperare e trasformare quell’anidride carbonica? Bisognerebbe installare l’impianto per il recupero e la trasformazione della CO2 e i costi lieviterebbero.

Infine il professore, a grandi linee, traccia quello che ci vorrebbe per uno stabilimento totalmente green. Una cifra enorme. «Produrre 5 milioni di tonnellate di acciaio/anno necessita di circa 135mila tonnellate di idrogeno equivalenti ad un costo di circa 270 milioni di euro l’anno di idrogeno con un’incidenza del 10% circa sul prezzo totale della ghisa liquida. Perché il processo sia completamente green, naturalmente, l’idrogeno andrebbe prodotto per elettrolisi dell’acqua attraverso un impianto di alimentazione basato su fonti rinnovabili. Partendo da tale presupposto, a titolo di esempio, occorrerebbe un’installazione di pannelli fotovoltaici e/o di eolico capaci di generare 13 TWh di elettricità. Se vogliamo dare dei numeri, questo equivale a 1.650 torri eoliche di medie dimensioni oppure a circa 44 chilometri quadrati di pannelli fotovoltaici. In totale, circa 26 miliardi di euro».

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