Ex Ilva di Taranto: dissequestrato l'altoforno 2

Un'immagine all'alto dell'acciaieria di Taranto
Un'immagine all'alto dell'acciaieria di Taranto
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Venerdì 22 Ottobre 2021, 05:00

L’altoforno 2 della ex Ilva  di Taranto non presenta più profili di insicurezza. E per questo è stato dissequestrato.

Il provvedimento è stato adottato dal giudice del Tribunale di Taranto, Federica Furlo, che ha accolto la richiesta di revoca del sequestro preventivo presentata dall’avvocato Angelo Loreto, legale di Ilva in amministrazione straordinaria. «Si ritengono integralmente adempiute le prescrizioni imposte dalla Procura della Repubblica con decreto del 7 settembre 2015 ai sensi delle disposizioni attuative del Codice Penale», si legge nel provvedimento di cinque pagine firmato dal magistrato che ha accolto le argomentazioni del legale, nonostante il parere negativo espresso dalla Procura.

I sigilli dopo l'incidente

Il sequestro dell’impianto, come si ricorderà, era stato adottato nell’estate di sei anni fa dopo il drammatico incidente nel quale perse la vita Alessandro Morricella. L’operaio venne investito e ucciso da un getto di ghisa incandescente proprio mentre era al lavoro nel reparto del grande altoforno. Proprio dopo quella tragedia, quindi, l’impianto finì sotto sequestro con l’obbligo di procedere ad una serie di interventi finalizzati a garantire la sicurezza di Afo 2. A valle dei lavori eseguiti da Ilva in amministrazione straordinaria, quindi, il giudice Furio ritiene «soddisfacenti - si legge nel provvedimento - le spiegazioni fornite da Ilva in amministrazione straordinaria per il tramite della società Paul Wurth» che ha eseguito gli interventi. Il giudice spiega che i motivi evidenziati dall’azienda e che le ulteriori delucidazioni tecniche, possono «garantire la sicurezza dei lavoratori sul piano di colata anche mediante l’utilizzo del radio comando».
Per il magistrato, «non vi sono allo stato elementi per non ritenere non condivisibili le valutazioni effettuate dalla società Paul Wurth che si è occupata dell’automazione del piano di colata con riguardo alla gestione del rischio». Infine il giudice ha concluso che «le procedure operative, così come aggiornate, sono state ritenute allo stato idonee a tutelare la sicurezza dei lavoratori». 

Il futuro della decarbonizzazione

E dal passato degli altiforni la fabbrica si proietta nel futuro puntando sulla decarbonizzazione con l’avvio di nuove tecniche di produzione. 
La Maire Tecnimont Spa attraverso la sua controllata NextChem e Acciaierie d’Italia hanno infatti siglato un accordo per uno studio di fattibilità per il cambio di marcia dell’acciaieria attualmente alimentata a carbone.
Si tratta di uno studio sull’impiego nell’acciaieria di Taranto di gas circolare (syngas) ottenuto attraverso la tecnologia di riciclo chimico di NextChem, basata sul recupero del carbonio e dell’idrogeno contenuti in scarti plastici e secchi mediante un processo di ossidazione parziale. La tecnologia di NextChem consente di ottenere un gas circolare che può essere utilizzato sia nei processi di raffinazione che nel ciclo produttivo dell’acciaio - in sostituzione di polverino di carbone in altoforno o di gas naturale nella riduzione diretta - per abbattere le emissioni di anidride carbonica. 
Lo studio di fattibilità metterà a fuoco i benefici ambientali derivanti dall’impiego del gas circolare in acciaieria, come anche dalla valorizzazione dei gas di coda dell’acciaieria. Entrambe le soluzioni potrebbero contribuire a ridurre in modo significativo l’impatto ambientale del ciclo produttivo siderurgico. Così Lucia Morselli, Amministratore Delegato di Acciaierie d’Italia: «Contribuire alla transizione energetica è precisa responsabilità di ogni impresa. La tecnologia per il gas circolare di NextChem è di interesse per Acciaierie d’Italia perché, una volta verificata, va nella direzione della decarbonizzazione dei nostri impianti». 
Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato del Gruppo Maire Tecnimont e di NextChem, ha invece commentato: «Siamo orgogliosi di collaborare con Acciaierie d’Italia per lo sviluppo di un progetto che può offrire una soluzione concreta per la decarbonizzazione del ciclo produttivo e di lavorazione dell’acciaio.

La tecnologia di NextChem, già cantierabile, può dare un grande contributo alla riconversione green dei siti industriali tradizionali».  

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