Ex Ilva, fatture non pagate: si allarga il fronte della protesta a Taranto

I camion davanti all'ex Ilva
I camion davanti all'ex Ilva
di Domenico PALMIOTTI
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Mercoledì 3 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 12:33

Non demordono. A pochi giorni dall’ultima protesta che ha riguardato solo i trasportatori di Casartigiani, ieri un pezzo più ampio dell’indotto che ruota attorno ad Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, è tornato a presidiare il grande piazzale della portineria imprese del siderurgico di Taranto. Insieme ai trasportatori di Casartigiani, stavolta c’erano anche gli imprenditori di Aigi e Confapi impegnati con Acciaierie. Un presidio più esteso, quindi, ma sempre per lo stesso motivo: Acciaierie che non paga le fatture (scadute) per i lavori eseguiti, mettendo in serie difficoltà economiche i fornitori. Uno dei nodi della più complessiva vicenda Acciaierie che attende di essere sciolto, visto che la crisi dell’indotto mette a rischio tanti altri posti di lavoro.

Le dichiarazioni

«Noi siamo qui per fare nuovamente richiesta ad Acciaierie d’Italia di pagare le fatture dei trasportatori che sono ampiamente scadute - dichiara Giacinto Fallone di Casartigiani -. Da settembre non riceviamo un centesimo, ma ci sono aziende che avanzano da aprile, giugno e luglio. Non si capisce. Hanno creato serie A e serie B. Poi ci sono i trasportatori che scontano le fatture con banca Ifis che per Acciaierie non sono un problema in quanto poi pagano a Ifis. Peccato, perché poi pagano un interesse dell’11-12 per cento, ma sono fatti loro. Noi vogliamo il rispetto delle regole dell’autotrasporto, regole fissate dalla legge e che prevedono il pagamento a 45 giorni dalla data fattura, nonché garanzie per i subvettori, cioè per coloro che prendono il trasporto dai contrattisti di Acciaierie. Invece accade che Acciaierie non paga i contrattisti e i subvettori, a loro volta, rimangono a terra». «Vogliamo diventare noi contrattisti di alcuni trasporti che attualmente sono in mano ad aziende del territorio e di Napoli - prosegue Fallone - Se Acciaierie pagasse nei tempi giusti, non avremmo problemi. Siamo già esecutori, facciamo i turni, effettuiamo il lavoro, raccogliamo le bolle, dobbiamo solo fatturare. Aigi e Confapi hanno problemi diversi dai nostri, ma al centro c’è sempre la continuità produttiva della fabbrica e la necessità di capire il futuro dello stabilimento. Incassiamo i soldi delle fatture e va bene, ma domani con quali certezze dobbiamo andare a lavorare?».
«Aigi sostiene i trasportatori di Casartigiani - afferma Fabio Greco, presidente dell’associazione dell’indotto -.

La presenza di Casartigiani, Aigi e Confapi esprime l’unione delle associazioni. Chiediamo trasparenza, chiarezza e risposte. Non si può più andare avanti tra rinvii del cda e dell’assemblea dei soci, dire che la fabbrica è strategica e poi lasciarla scivolare verso il declino. Noi speriamo che l’8 gennaio ci sia un accordo tra gli azionisti della società. La nostra esposizione creditoria verso Acciaierie è rimasta quasi invariata. Abbiamo avuto a dicembre un acconto e a oggi i pagamenti in scadenza ammontano a circa 70 milioni». «I trasportatori hanno lavorato e devono essere pagati. Per quanto ci riguarda, è stato pagato pochissimo da Acciaierie, le aziende soffrono, e attenzione - avverte Ugo Poli, vice presidente di Confapi - questi soldi non servono solo per chiudere posizioni e fatture. Servono per continuare a lavorare. E le aziende vanno aiutate se vogliamo che lavorino ancora. Adesso aspettiamo qualcosa dal Governo, che ci pare disponibile a cercare soluzioni. Ma anche Acciaierie deve darsi una mossa e trovare soluzioni. Fermare l’indotto, significa fermare Taranto». 

Le cifre

Dai trasportatori riuniti in capannello, vien fuori tutta una sequenza di somme a credito verso Acciaierie. Chi avanza 500mila euro, chi 400mila, chi 200mila, chi 50mila e i mesi da cui attendono vanno da giugno scorso ad oggi. 
«Calcoliamo una stima di 4-5 milioni di euro come categoria - afferma un trasportatore - e c’è un consorzio che avanza 1,3 milioni di euro. Poi c’è la situazione molto diversificata di coloro che operano come subvettori: avanzano 20mila, 50mila, 100mila euro. Per i piccoli sono somme ingenti». «Il problema dei pagamenti esiste e non da oggi - rileva a Quotidiano Mimmo Amatomaggi della Uilm -. Per fortuna, con gli ultimi pagamenti fatti da Acciaierie siamo riusciti a mettere in salvo a dicembre stipendi e tredicesime. Quest’ultime non sono state erogate solo da una piccola parte di aziende. Tutte le altre hanno invece pagato, chi poco prima di Natale, chi immediatamente dopo. Abbiamo i riscontri diretti dai lavoratori. Ora i contratti di lavoro alle imprese sono stati prorogati sino al 15 gennaio, poi bisognerà vedere quello che accadrà. Stessa cosa per gli stipendi di dicembre, che andranno in pagamento il 15 gennaio. Ecco, è qui che temiamo contraccolpi, soprattutto se non ci dovesse essere l’8 gennaio una schiarita per Acciaierie. Aigi ci ha già chiesto l’incontro per parlare della cassa integrazione». E Aigi spiega: «Abbiamo chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico tra tutte le associazioni di categoria per far fronte comune nel tentativo di invertire la rotta». 

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