Concessioni balneari, chiesto al Tar il rinvio della decisione

Concessioni balneari, chiesto al Tar il rinvio della decisione
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Mercoledì 27 Settembre 2023, 16:03 - Ultimo aggiornamento: 16:09

Si è svolta oggi l'udienza al Tar di Lecce sul contenzioso riguardante il Comune di Ginosa sulla proroga delle concessioni balneari che aveva dato luogo al rinvio pregiudiziale davanti alla Corte di Giustizia dell'Unione europea definito con la sentenza del 20 aprile scorso che ha imposto all'Italia di applicare la direttiva Bolkenstain.

La richiesta

Nell'udienza di oggi al Tar di Lecce il Sib (Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio) ha chiesto un rinvio della decisione, poi condiviso da tutte le parti processuali presenti e il Tar si è riservato la decisione. «Come è noto - sottolinea in una nota Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari - la Corte di Giustizia ha chiarito che l'applicazione della direttiva Bolkestein presuppone la scarsità della risorsa. L'Antitrust ha chiesto che la causa fosse decisa senza neppure discuterla, probabilmente per impugnarla, da subito, davanti al Consiglio di Stato che, al momento, ha un orientamento condizionato dalla sentenza dell'Adunanza plenaria».

Il Sib, assistito dagli avvocati Bartolo Ravenna e Maria Alessandra Sandulli, «ha depositato - riferisce Capacchione - i risultati, non definitivi, della mappatura della risorsa che il Governo sta effettuando e chiesto un rinvio in attesa che questa attività di ricognizione sia ufficiale e definitiva». La richiesta di rinvio, aggiunge il presidente del Sib, «è altresì giustificata dall'imminente decisione della Corte di Cassazione a Sezioni Unite sulla nostra impugnativa avverso la sentenza dell'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato per eccesso di giurisdizione la cui udienza è stata già fissata per il prossimo 24 ottobre. Siamo fiduciosi sull'esito perché, comunque, dalla documentazione prodotta al Tar risulta che per il Comune di Ginosa, la Regione Puglia e l'intero territorio nazionale la risorsa non è scarsa, manca pertanto il presupposto per l'applicazione della direttiva Bolkestein». «Siamo convinti - conclude - che comunque la soluzione della questione non sia giudiziaria ma legislativa».

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