Il Bari sarà ceduto? Il caso arriva in Parlamento. Il club vale 100 milioni, De Laurentiis non ha dubbi ma la partita si gioca anche a Napoli. Tutto quello che sappiamo

Il Bari sarà ceduto? Il caso arriva in Parlamento. Il club vale 100 milioni, De Laurentiis non ha dubbi ma la partita si gioca anche a Napoli. Tutto quello che sappiamo
di Giuseppe ANDRIANI
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Mercoledì 8 Marzo 2023, 12:15 - Ultimo aggiornamento: 12:27

Se il Bari andrà in A, la famiglia De Laurentiis cederà il club. Lo ha ribadito Aurelio De Laurentiis, patron della Filmauro (che detiene le quote del Bari) e presidente del Napoli. La norma sulla multiproprietà è chiara: nel caso in cui la società biancorossa dovesse essere promossa in Serie A, non potrebbe giocare nello stesso campionato del Bari e quindi dovrebbe essere ceduta entro l'inizio della nuova stagione (30 giugno dell'anno in corso). E' chiaro che arriverebbe una deroga, come fu per il caso Salernitana (di proprietà di Lotito fino al 31 dicembre 2021). 

Ma cosa succede ora al Bari? Le parole di Aurelio hanno lanciato un campanello d'allarme nella tifoseria e hanno riaperto il dibattito. C'è da dire che fino a qualche giorno fa e fino alla nuova presa di posizione c'era anche chi pensava a una cessione del Napoli. E questo resta - parole a parte - uno scenario che merita quantomeno di essere preso in considerazione.

Intanto perché il club azzurro vale circa 800 milioni di euro, il Bari un centinaio (stima di qualche tempo fa di Marco Bellinazzo, esperto di calcio ed economia su Il Sole 24 Ore). E poi perché da più parti è rimbalzata la voce secondo cui vi sarebbero grossi imprenditori interessati al Napoli. Ma qui entra in gioco anche una questione di cuore, per altro proprio mentre il Napoli sta per vincere uno scudetto dopo oltre trent'anni di digiuno. 

Cessione del Bari: la situazione

La situazione è intricata e non poco. Potrebbe arrivare persino un'interrogazione parlamentare. Mentre il deputato della Lega, Davide Bellomo, ha espresso la propria posizione in maniera netta: «La famiglia De Laurentiis resti alla guida del Bari. Il regolamento della Federazione Italiana Gioco Calcio è antistorico e va modificato. A maggior ragione se si pensa che non c’è alcuna norma Uefa che vieta a un padre e a un figlio di avere la proprietà di due differenti club che partecipano alla stessa competizione europea. Se il calcio è un malato grave e serve una rivoluzione culturale, come ha sostenuto in queste ore il presidente Gravina, bisogna partire proprio dalla capacità di mettere al bando la cultura del sospetto e premiare innanzitutto la corretta gestione dei conti e la capacità imprenditoriale, prescindendo da legami di sangue che mai e poi mai, specie in epoca di Var e di trasparenza, potranno condizionare una sana competizione sportiva». «Costringere De Laurentiis a vendere il Bari, l’ottava squadra italiana per numero di tifosi, sarebbe un danno per tutto il calcio italiano. L’auspicio è che la Figc corregga il tiro e ci consenta di coltivare il sogno di vedere un giorno non troppo lontano in Champions League un derby tra Bari e Napoli. Dove nessun regolamento vieterebbe lo svolgimento della gara», ha detto. 

Ma è davvero possibile cambiare il regolamento? La Filmauro aveva già fatto ricorso al Consiglio Federale della Figc, ottenendo però una misura diversa. Vale a dire: secondo quanto era stato stabilito dalla Figc, la multiproprietà sarebbe stata vietata - anche con squadre in categorie diverse - a partire dall'1 luglio 2024. E invece la proroga, arrivata proprio al Consiglio Federale, prevede che un solo proprietario possa avere due club ma in categorie diverse fino al 2028. Le domande e le ipotesi sul tavolo sono tante. Perché non provare un ricorso al Consiglio Federale anche in caso di promozione? I presupposti giuridici però sarebbero completamente diversi, anche perché la norma che vieta una multiproprietà nella stessa serie c'è da prima che i DeLa rilevassero il Bari. Non c'è stata alcuna modifica delle Noif (elemento su cui è stato vinto il ricorso precedente). 

De Laurentiis ha già detto che lascerebbe il Bari solo in mani sicure. Evidentemente qualcosa già si muove. In città circola il nome di Casillo, non fosse altro per il fatto di essere main sponsor attuale della società. E - si dice - avrebbe voglia di scendere in campo in prima persona. Il club vale circa 100 milioni, anche perché i De Laurentiis hanno speso più o meno questa cifra per arrivare fin qui. Poi ci sono i ricavi dai diritti tv, la possibilità di incrementare tutto ciò che c'è attorno alla società con una promozione in Serie A e così via. Ma le parole di DeLa aprono uno squarcio in uno scenario sereno almeno sul campo. Ed è giusto così, perché c'è un futuro da programmare. A patto che questo non rovini il presente, sennò non sarà neppure necessario cedere il Bari. (O il Napoli, ndr).

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