Ucraina, Tabarelli avvisa: «Bollette giù da marzo, ma se il conflitto s'allarga guai per gas e benzina»

L'analisi del presidente di Nomisma Energia

Ucraina, Tabarelli avvisa: «Bollette giù da marzo, ma se il conflitto s'allarga guai per gas e benzina»
di Paola ANCORA
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Giovedì 23 Febbraio 2023, 05:00

Davide Tabarelli, lei presiede Nomisma Energia, società indipendente di ricerca sull’energia e l’ambiente. È trascorso un anno dall’invasione russa dell’Ucraina. Dal punto di vista delle politiche energetiche, quale impatto ha avuto il conflitto sul nostro Paese e sul Mezzogiorno in particolare?

«In un anno di crisi, l’Italia si è vista travolta da un aumento delle bollette energetiche come nessun altro Paese in Europa.

Ha dovuto affrontare la questione stanziando circa 65 miliardi di euro su base annuale, un pacchetto imponente di risorse che hanno contribuito ad appesantire ancora il debito statale. L’impennata delle bollette ha poi innescato l’aumento repentino del tasso di inflazione, ed essendo un Paese con un grande debito, se salgono i tassi di interesse si moltiplicano spesa e debito. Il principale problema consegnatoci da quest’anno di guerra è stato questo. Ovviamente chi ne ha risentito di più sono state le famiglie a più basso reddito, concentrate soprattutto al Sud. Ma proprio nel Mezzogiorno - e questo è un dato positivo - abbiamo concentrato il “riposizionamento” italiano dei flussi di gas che in futuro dovrebbero arrivare soprattutto dall’Africa. Si è dunque accentuata la necessità di procedere con alcuni investimenti di “sbottigliamento”, di infrastrutturazione e di potenziamento di questi flussi».

Approvvigionamento energetico: ci siamo scoperti fragili, tanto a livello nazionale che a livello europeo, dove la transizione energetica è stata immaginata e costruita concentrandosi soprattutto sull’impatto ambientale e molto meno sulle risorse disponibili e necessarie a sostenere l’economia. Condivide l’analisi?
«Sì, abbiamo lavorato molto alla transizione ambientale, mettendo al primo posto la necessaria riduzione dei livelli di anidride carbonica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili e ci siamo un po’ dimenticati della sicurezza e del fatto che, così facendo, stavamo aumentando le importazioni di gas soprattutto dalla Russia, dalla quale poi ci siamo ritrovati a essere dipendenti per il 40% dei nostri consumi. Questo canale è stato “tagliato” ed è stato inevitabile che i prezzi aumentassero. Da qui occorre fare tesoro dell’esperienza e riportare al centro delle politiche di transizione non solo l’ambiente, che pure resta fra gli obiettivi prioritari, ma anche la sicurezza e la competitività del sistema economico».

Proprio in questi giorni si paventa un inasprimento del conflitto. Quali conseguenze potrebbe avere uno scenario di questo tipo?
«Avremmo un ulteriore taglio delle forniture dalla Russia, un peggioramento delle esportazioni di petrolio, perché la Russia esporta tantissimo petrolio in tutto il mondo. Per ora, nonostante i timori, non è cambiato nulla sull’import di petrolio e il prodotto è rimasto disponibile in grandi quantità. Anzi, paradossalmente i prezzi della benzina alla pompa, nonostante la confusione di inizio anno, sono molto stabili. Ma se il conflitto si allargasse, se ci fosse un inasprimento come si teme, allora ci troveremmo a fronteggiare un numero maggiori di criticità, tanto sul prezzo del petrolio che su quello del gas, che conoscerebbe una nuova fase di tensioni e aumenti».

I prezzi dell’energia restano ancora alti. Imprese e famiglie potranno aspettarsi - e se sì quando - di rivedere bollette come quelle antecedenti il conflitto? O ritiene sia ormai impossibile riportare l’orologio indietro di un anno, almeno per ciò che riguarda i bilanci familiari dei cittadini?
«Le bollette stanno scendendo perché il prezzo del gas è crollato a 50 euro per MegaWatt/ora, dopo aver raggiunto, in agosto, la cifra record di 350 euro per MegaWatt/ora. Ma va detto che 50 euro è sempre più del doppio delle medie di lungo termine, quasi cinque volte il prezzo che pagano gli Stati Uniti. Per i primi di marzo dobbiamo aspettarci un forte contenimento delle bollette del gas: sarà annunciata una riduzione di circa il 17-20%. Poi da aprile a giugno ci sarà anche la riduzione del 20-25% sulle bollette dell’energia elettrica. Nonostante questo, parliamo di valori che restano comunque superiori del 40% a quelli registrati non prima del conflitto fra Russia e Ucraina, ma prima della pandemia del 2020. Il cambiamento profondo al quale stiamo assistendo comincia da lì». 

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