Ucraina, un anno di guerra: la Pugli ha accolto oltre 4.000 profughi

Venerdì saranno trascorsi 12 mesi dall'invasione russa, che ha stravolto gli equilibri mondiali

Ucraina, un anno di guerra: la Pugli ha accolto oltre 4.000 profughi
di Paola ANCORA
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 22 Febbraio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:01

Venerdì sarà trascorso un anno dall’inizio di quella che, per Vladimir Putin, sarebbe dovuta essere una “guerra lampo” per annettere alla Russia quattro regioni dell’Ucraina meridionale e orientale. Un anno che ha travolto gli equilibri e l’economia internazionale - con conseguenze profonde che perdurano ancora oggi - e le vite di centinaia di migliaia di ucraini, in fuga dal loro Paese e accolti anche dall’Italia, dalla Puglia

La macchina dell'accoglienza

All’indomani della deflagrazione del conflitto, la macchina dell’accoglienza regionale si è messa immediatamente in moto, con il coordinamento della Protezione civile nazionale: poco meno di 4.400 gli ucraini che dagli uffici delle Questure pugliesi hanno inoltrato richiesta di protezione temporanea, una forma eccezionale di protezione che garantisce immediata tutela a favore delle persone fuggite dall’Ucraina a partire dal 24 febbraio 2022, dopo l’invasione da parte delle forze armate russe. In Puglia è stato presentato il 2,58% del totale nazionale delle domande di protezione, con 1.503 richieste elaborate dalla Questura di Bari; 1.452 dalla Questura di Foggia; 562 da quella di Taranto, altre 520 da Lecce e 349 dalla Questura di Brindisi. 
La diaspora degli ucraini in tutta Europa non si è mai arrestata nel corso di quest’anno, con un picco nei mesi autunnali, quando le temperature rigide hanno trasformato i campi di battaglia e le città ucraine in trappole glaciali. A fuggire soprattutto donne e bambini (92.353 e 49.444 rispettivamente, quelli che hanno varcato la frontiera italiana su un totale di 173.645 ingressi totali di cittadini ucraini): gli uomini - padri, fratelli, mariti, nonni - sono rimasti al fronte, come prevede la legge marziale in vigore nel Paese di Volodymyr Zelensky che, ieri, ha incontrato la premier italiana Giorgia Meloni

Le parole della premier a Kiev

«Ho ribadito il pieno sostegno dell’Italia di fronte all’aggressione russa - ha detto la presidente del Consiglio, alla sua prima visita a Kiev -. È passato quasi un anno dal giorno che ha riportato le lancette della storia indietro di qualche decennio, l’invasione sarebbe dovuta durare qualche giorno ma non è andata così perché è stata sottovalutata l’eroica reazione di una nazione disposta a tutto per difendere la sua libertà, identità e sovranità.

Mi ha ricordato la nascita dello Stato italiano: c’era un tempo in cui si diceva che l’Italia fosse solo un’espressione geografica. Ma col Risorgimento ha dimostrato di essere una nazione. Qualcuno diceva che era facile piegare l’Ucraina perché non era una nazione. Ma con la vostra capacità di combattere avete dimostrato di essere una straordinaria nazione». «L’Italia sa che abbiamo gli stessi valori, parliamo lingue diverse ma ci capiamo» ha detto Zelensky nel corso della conferenza stampa congiunta, “base di lancio” per una durissima replica a quanto dichiarato, giorni fa, dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi che ha sostanzialmente scaricato sull’Ucraina le responsabilità della guerra. «Berlusconi? Nessuno - ha detto Zelensky - gli hai mai bombardato casa con i missili come fanno i suoi fraterni amici russi». «In Parlamento - ha rintuzzato Meloni - abbiamo sempre votato compattamente. Una cosa sono le frasi dette, un’altra le posizioni», a marcare la distanza dalle dichiarazioni dell’alleato e la linea del governo, pronto a inviare ancora armi e aiuti all’Ucraina e ad accogliere chi nel Belpaese cerca riparo e conforto o l’occasione di rifarsi una vita. 

La risposta della Puglia all'emergenza

La Puglia ha aperto le porte. Chi ha potuto permetterselo ha ospitato e ancora ospita famiglie intere o bambini rimasti senza genitori. Università e ospedali hanno accolto studenti, ricercatori e medici che qui stanno concludendo gli studi o perfezionando le loro conoscenze. Ovunque sono sorte scuole di italiano dedicate agli ucraini, per consentire loro un miglior inserimento nella società pugliese. Non sarà bastato a cancellare dalla memoria la distruzione e il boato delle bombe che hanno raso al suolo intere città, ma - si spera - a tenere viva la convinzione che un’altra vita, una vita di pace, resta possibile. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA