Pronta una class action per i troppi autovelox. La protesta: «I turisti non vengono»

Azione che potrebbe vedere protagonista, tra gli altri, anche il Codacons

Pronta una class action per i troppi autovelox. La protesta: «I turisti non vengono»
Pronta una class action per i troppi autovelox. La protesta: «I turisti non vengono»
di Mattia CHETTA
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Lunedì 5 Giugno 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 21:02

Un salasso che pesa sulle tasche degli automobilisti pugliesi per centinaia di migliaia di euro. E in alcuni casi le somme incassate dai Comuni con i velox raggiungono cifre milionarie. Come nel caso del piccolo Comune di Melpignano – tra i più piccoli per numero di abitanti di tutta la regione – che ha chiuso il 2022 con 2.545.445,77 euro incassati dalle multe. Uno strumento sanzionatorio, quello degli autovelox, che secondo i Comuni è fondamentale per innalzare i livelli di sicurezza sulle strade comunali, provinciali e statali. Ma che gli utenti della strada e le associazioni dei consumatori continuano a considerare una sorta di vessazione.

La class action

Tant’è che proprio dalla Puglia potrebbe partire una class action contro le amministrazioni comunali. Azione che potrebbe vedere protagonista, tra gli altri, anche il Codacons. E contro gli occhi elettronici usati come strumento per fare cassa, tanto nel Salento quanto in Puglia, ora scende in campo anche l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese. «Molti turisti minacciano di non venire più in Puglia per la numerosa presenza degli autovelox lungo tutta la regione, è una vera e propria vessazione.

In maniera capziosa i Comuni propongono ai vari organi, in questo caso alla prefettura, l’installazione degli autovelox in punti particolari dove magari il tasso dell’incidentalità stradale non è grave come su altri tratti del territorio regionale», tuona Palese. E per dare maggiore fondamento alla sua tesi cita il caso «di un turista in vacanza in Salento che in un solo giorno ha ricevuto tre multe per superamento dell’eccesso di velocità». 

Il limite di velocità

Limite di velocità che rappresenta un altro nodo critico della questione: se nella maggior parte dei casi lungo le Strade Statali il limite è fissato a 110 km/h e nei tratti lungo i quali entrano in funzione le apparecchiature elettroniche scende a 90 km/h, si registrano cause estreme – come lungo la Lecce-Novoli-Villa Convento – lungo i quali gli automobilisti non possono superare i 50 km/h. E non sono rari i casi in cui chi è al volante si ritrova a frenare repentinamente pur di evitare le multe. Una prassi che paradossalmente finisce per mettere a repentaglio quella sicurezza che si vorrebbe invece tutelare. «Il territorio pugliese è stato militarizzato - insiste Palese -. E agli autovelox fissi si aggiungono poi quelli mobili, nascosti, come accade spesso, nelle auto dei corpi di polizia municipale. Se loro pensano che questa possa essere una soluzione e che possa, al tempo stesso, garantire un incremento dell’educazione stradale, sbagliano di grosso. Per carità, gli strumenti per monitorare il controllo della velocità devono essere installati dove servono. Ma dove non è necessario non devono essere posizionate nuove apparecchiature. E gli organi competenti devono assolutamente verificare se tutto avviene nella regola e nel modo con cui devono essere valutate le richieste». 


A fronte di una mobilitazione che in Puglia e nel Salento continua a tenere banco da parte delle amministrazioni comunali si registra un boom di ulteriori richieste. E in provincia di Lecce è il caso del Comune di Lecce, di quello di Salice Salentino e di Scorrano. Se la prefettura dovesse dare il via libera all’amministrazione guidata da Mario Pendinelli, presto anche lungo la famigerata 275 potrebbero accendersi nuovi occhi elettronici. Una questione sulla quale ancora una volta interviene Palese. «In merito alla 275, ritengo che si tratti di un caso a parte - continua l’assessore regionale alla Salute -. Lungo la Maglie-Leuca sarebbe necessario lo stesso provvedimento che la magistratura di Bari e la prefettura di Bari, nel 1993/94 fecero per il raddoppio della Polignano a Mare-Bari. Presero due decisioni. La prima riguardava l’apertura di un’inchiesta per individuare le cause del mancato completamento; la seconda, invece, riguardava la decisione dell’organo periferico del ministero dell’Interno di imporre, ai fini della sicurezza stradale, una velocità massima di 50 km/h. Quindi le cose si devono fare in maniera seria ed è strano che ancora ciò non sia accaduto per la Statale 275. Rispetto la volontà del sindaco di Scorrano di utilizzare ogni strumento utile per innalzare il livello di sicurezza lungo quella strada ma non è sufficiente».

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