Sanatoria edilizia, sì dei geometri pugliesi. «Ma la doppia conformità antisismica ci blocca»

Sanatoria edilizia, sì dei geometri pugliesi. «Ma la doppia conformità antisismica ci blocca»
di Alessandra LUPO
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Sabato 30 Dicembre 2023, 05:35

«Bene la nuova legge, ma la doppia conformità resta uno scoglio per sanare gli edifici nelle zone a basso rischio sismico». Luigi Ratano, presidente dell’Ordine dei geometri della provincia di Lecce e delegato a rappresentare i collegi di Puglia negli incontri in Regione sulla nuova legge per sanare gli abusi edilizi,  lancia l’allarme su uno dei temi rimasti in sospeso: quello della doppia conformità sismica. 

Tra i tecnici le sensibilità sono piuttosto diversificate. In Puglia ci sono ordini di architetti e ingegneri che non sono d’accordo con l’indirizzo del Consiglio regionale, ritenendo la sanatoria un condono mascherato. «Noi siamo in controtendenza rispetto ad alcuni colleghi  ma in linea con gran parte dell’opinione nazionale - spiega Luigi Ratano -:  riteniamo paradossale continuare a imporre la doppia conformità e condividiamo quello che nelle scorse ore diceva anche l’avvocato Pietro Quinto, esperto in questo tipo di materie. Il motivo è semplice: se un fabbricato è stato eseguito abusivamente - prosegue il presidente dei geometri - con la nuova legge potrebbe essere sanato in quanto coerente con i nuovi strumenti. Fermo restando qualche perplessità sulla incostituzionalità. D’altronde come rete delle professioni nazionali si sta chiedendo la modifica della legge 380, che molto probabilmente andrà in quella direzione risolvendo anche il conflitto di competenze. Ma resta invece la questione della doppia conformità antisismica, cui nemmeno questa legge per ora ha dato risposta».

I dettagli

La percentuale degli immobili che non possono essere sanati risulta dunque altissima: un cittadino che ha eseguito una costruzione senza autorizzazione ma che potenzialmente poteva avere il via libera allora oggi non può sanare perché deve avere la doppia conformità sismica. 
«In Puglia la situazione è complicata - spiega ancora Luigi Ratano - perché la regione è sottoposta a tre diverse classi: la 4, la 3 e la 2. Ma paradossalmente il problema si pone nelle zone a bassa sismicità come la provincia di Lecce, il Brindisino e una parte della provincia di Taranto. Queste zone, un tempo considerate non a rischio, dal 2009 sono classificate nella quarta fascia, a bassa sismicità (la restante parte della Puglia è nelle fasce 2 e 3). Per le zone a basso rischio sismico la legge 380 art.94 prevede dove ci sia bassa sismicità di poter sanare ma la legge regionale non la recepisce: nel novembre 2022 la Giunta pugliese ha introdotto l’obbligo della doppia conformità sismica per tutte le province: la costruzione sotto il punto di vista sismico deve essere conforme al momento dell'opera e non solo al momento della presentazione dell’istanza. Quindi oggi siamo in grosse difficoltà: perché di fatto non abbiamo la possibilità di utilizzare l'articolo 36».
>Chi non ha quell’adempimento quindi cosa fa? Può solo demolire. Quindi in aree come il Salento il 90% delle costruzioni difformi pur avendo i requisiti urbanistici non possono essere sanate. E gli ordini ora chiedono di sciogliere il nodo: «Serve un po’ di buon senso - conclude il presidente dei geometri - e la conoscenza del nostro patrimonio edilizio che nessuno più di noi conosce a fondo. La maggior parte dei nostri centri non è stata edificata da grandi progettisti ma da famiglie, che adesso vengono penalizzate e non solo loro: senza regolarizzare questi immobili, infatti, non saremo in grado di rispettare le direttive energetiche sull’efficientamento decise dall'Europa per il 2030. In regione l’assessore Piemontese e il consigliere delegato all’Urbanistica Lacatena sono ben disponibili ad affrontare il tema a trovare una soluzione. Stiamo a vedere».
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