Reddito di cittadinanza nelle tasche di detenuti e persone ai domiciliari: 57 casi nel Salento in soli tre mesi

Reddito di cittadinanza nelle tasche di detenuti e persone ai domiciliari: 57 casi nel Salento in soli tre mesi
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Giovedì 18 Marzo 2021, 12:25

Decine di casi. Decine di persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale (domiciliari, carcere per esempio) hanno percepito il Reddito di Cittadinanza, al quale non avevano diritto. I dati dei primi tre mesi del 2021 raccontano un sistema di sostegno che va riformato, come sta avvenendo su input del Governo, e che ha consentito a centinaia di persone di ricevere un sussidio statale, sottraendolo, di fatto, a chi ne aveva realmente diritto e bisogno.

«In provincia di Lecce, nei primi mesi del 2021 - scrive il senatore del Movimento Cinque Stelle, Iunio Valerio Romano -, i militari del nucleo Ispettorato del Lavoro hanno segnalato all'autorità giudiziaria 57 persone, sottoposte a misure restrittive, che hanno percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, truffando lo Stato e tutti noi, che finanziamo con le nostre tasse questo fondamentale aiuto economico per tantissime famiglie e che si è dimostrato importantissimo nel corso dell’emergenza pandemica. I denunciati sono stati scovati incrociando le banche dati a disposizione degli organi di vigilanza, uno strumento preziosissimo per questo genere di indagini, sul quale occorre puntare in maniera sempre più decisa. Solo potenziando e rendendo mirati i controlli, infatti, e mettendo gli organi accertatori in condizione di acquisire informazioni anche sulla condizione patrimoniale di quanti richiedono gli aiuti che lo Stato eroga, le attività di vigilanza possono davvero essere efficaci, contrastando gli illeciti e restituendo giustizia agli italiani onesti, che sono la maggioranza. Questo è, peraltro, proprio uno dei passaggi contenuti nel parere reso oggi in Commissione Lavoro al Senato sul Piano nazionale di ripresa e resilienza».

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In Italia quasi un milione di famiglie ha percepito il reddito di cittadinanza a febbraio per 2,2 milioni di persone coinvolte e 591 euro medi a nucleo. Numeri che sforano queste soglie se si aggiungono anche i percettori di pensione di cittadinanza. In Puglia, quasi 88mila i nuclei famigliari che hanno ricevuto l'assegno per un totale di 215mila persone coinvolte nel secondo mese del 2021: l'importo medio riflette quello nazionale, 587 euro. Dati che si modificano di poco se si considerano le 8.800 unità che ricevono la pensione di cittadinanza con un importo medio di 274 euro.
È la fotografia del nuovo aggiornamento dell'Osservatorio dell'Inps su reddito e pensione di cittadinanza. Su un milione di famiglie, 673.343 sono residenti al Sud, oltre i due terzi del totale. La sola Campania con 229.024 famiglie con il reddito supera largamente i nuclei percettori dell'intero Nord del Paese con quasi un quarto dei sussidi totali e un importo medio di 628,89 euro. In Puglia, è interessante anche guardare ai dati disaggregati per province. Sulle 215mila persone coinvolte nel reddito di cittadinanza a febbraio, quasi 60mila sono a Bari. Al secondo posto Lecce con 38.533 persone mentre appaiate a 36mila ci sono Taranto e Foggia. Nella provincia di Bat ne usufruiscono 25mila cittadini, staccata Brindisi con 19.213 persone. Lo scorso anno in Puglia, 345mila cittadini hanno ricevuto almeno una mensilità di RdC/PdC (assegno medio 535 euro) mentre nel 2019 erano coinvolte e 255mila persone.
Tornando ai dati nazionali, tra gennaio e febbraio 2021 è stato revocato il reddito di cittadinanza a 36mila nuclei, con conseguente sospensione e azione di recupero del pregresso: la causa prevalente di revoca - un terzo dei casi - è stata la titolarità di autoveicoli o motoveicoli da parte di qualche componente del nucleo. Questo per effetto dei controlli incrociati grazie alla convenzione tra Inps e Aci. Altre cause di revoca sono state le dichiarazioni non conformi rispetto al patrimonio mobiliare (20%) e ai redditi da attività lavorativa (18%). E le denunce fioccano in tutta Italia e la Puglia non ne è esente. Di qualche giorno fa il patteggiamento della donna cinquantenne di Poggiardo per aver dichiarato il falso pur di percepire il reddito di cittadinanza. I controlli continuano a tappeto sul territorio e i carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro hanno scovato negli ultimi giorni altri sette presunti irregolari.
Per chi è scoperto dai controlli e viene considerato percettore irregolare del reddito di cittadinanza, le sanzioni vanno dalla reclusione da 2 a 6 anni in caso di dichiarazioni false o omissioni di informazioni dovute e da uno a 3 anni nei casi di omessa comunicazione delle variazioni del reddito, del patrimonio, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della riduzione o della revoca del beneficio.
I monitoraggi continuano per evitare le storture di una misura che verrà rinnovata anche nel prossimo decreto Sostegni. Il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle sarà rifinanziato e il ministro del Lavoro Orlando ha annunciato 1 miliardo di euro - aggiuntivo ai fondi già stanziati con altre misure - e possibili novità. In pratica, chi oggi prende il reddito di cittadinanza e trova un lavoro a termine può congelare la prestazione assistenziale, accettare il contratto e, al termine del rapporto di lavoro, continuare a percepire il beneficio alle stesse condizioni di prima (anche economiche) mentre cerca una nuova occasione. Un modo per non disincentivare la ricerca del lavoro e rispondere alle critiche di chi considera il reddito di cittadinanza un mero sussidio assistenziale.
A.Pig.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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