Omicidio nel carcere di Opera a Milano: detenuto pugliese strangolato dal compagno di cella

Omicidio nel carcere di Opera a Milano: detenuto pugliese strangolato dal compagno di cella
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Sabato 20 Aprile 2024, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 19:49

Prima la lite poi l'omicidio. Un detenuto è stato ucciso dal suo compagno di cella all'interno del carcere di Opera a Milano. La vittima è Antonio Magrini, 68 anni di Bari, strangolato dal suo compagno di cella, anche lui di origini pugliesi. 

Cosa è successo

È successo nella tarda serata di ieri nel carcere milanese di Opera. Secondo una prima ricostruzione il presunto killer il 58enne Domenico Massari, avrebbe colpito Magrini alla testa e al corpo e poi lo avrebbe strangolato con la cintura dell'accappatoio. Massari era stato condannato all'ergastolo per l'omicidio della ex compagna Deborah Ballesio, avvenuto a luglio del 2019 a Savona, con sei colpi di pistola alla testa. 

La denuncia dei sindacati

 «Secondo quanto emerso dalle prime informazioni, il motivo scatenante sarebbe una discussione per motivi banali tra due detenuti italiani riguardante la condivisione degli spazi detenutivi - dichiara Calogero Lo Presti, coordinatore regionale per la Fp Cgil polizia penitenziaria della Lombardia  - L'autorità giudiziaria è al lavoro per condurre approfondite indagini sull'omicidio», riferisce Lo Presti, sottolineando che «ogni giorno la polizia penitenziaria deve confrontarsi con i gravi problemi che affliggono il sistema penitenziario italiano.

Il sovraffollamento, unito alla carenza di personale di polizia penitenziaria, personale medico, educatori e assistenti sociali, hanno determinato un ambiente estremamente difficile e pericoloso per tutte le persone detenute e per il personale che vi lavora. È urgente che l'amministrazione penitenziaria e il governo prendano seri provvedimenti per affrontare e risolvere queste criticità».

Mirko Manna, coordinatore nazionale Fp Cgil polizia penitenziaria, ricorda che «dall'inizio dell'anno ci sono stati 32 suicidi di detenzione nelle carceri italiane, 4 suicidi tra gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria e ora un omicidio all'interno del carcere di Opera di Milano. Sono tragedie che segnalano una crisi inequivocabile dell'intero sistema penitenziario italiano». Per Manna «le misure prospettate fino ad ora dall'amministrazione penitenziaria e dal governo sono del tutto inadeguate. È vero che tutto il sistema penitenziario eredita decenni di scelte sbagliate ed insufficienti, per questo però, ora è ancora più urgente agire con maggiore determinazione per migliorare le condizioni detentive e lavorative delle carceri italiane. La Fp Cgil polizia penitenziaria - conclude il coordinatore - chiede un confronto aperto e costruttivo su questi temi e sollecita il Dap a rivedere le sue politiche per assicurare i diritti della popolazione detenuta e condizioni di lavoro sicure e dignitose per gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria ».

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