In Puglia pochi spazi per fare attività sportiva all'aperto: la situazione dei capoluoghi

In Puglia pochi spazi per fare attività sportiva all'aperto: la situazione dei capoluoghi
di Giuseppe ANDRIANI
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Lunedì 17 Aprile 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17:34

In Puglia nelle grandi città ci sono pochi luoghi pubblici per fare sport. E ne fanno le spese i bambini e gli adolescenti. Lo studio di Openpolis, sui dati Istat, sottolinea la carenza da Roma in giù di luoghi adibiti allo sport, soprattutto nei capoluoghi di provincia. E il numero, a conti fatti, diventa quasi impietoso in alcuni contesti. A Lecce ci sono 20.000 metri quadri di aree adibite ad attività sportive (tra parchi e zone ludiche, per intendersi), in una città nella quale vivono 13.810 (censimento Istat 2021) minorenni. 
E se la pandemia ha in parte rivoluzionato la vita degli adulti, ma con un effetto positivo sulla voglia di fare ginnastica (è aumentato, a livello nazionale, il numero delle persone di almeno 18 anni che fanno regolarmente attività fisica), ha cambiato e peggiorato i ragazzini, che oggi sembrano sempre più lontani da forme di intrattenimento “en plein air”. 
“La disponibilità di luoghi dove fare sport all’aperto, dai campetti alle aree sportive, è un fattore cruciale della qualità della vita. Soprattutto per bambini e ragazzi, e a maggior ragione nelle città - si legge nello studio proposto da Openpolis -. Il diritto al gioco e al tempo libero, prerogativa prevista dalla convenzione sui diritti dell’infanzia, è infatti anche uno di quelli più qualificanti. Come stabilito dall’articolo 31 della convenzione, gli stati devono riconoscere il diritto ad attività ricreative proprie dell’età del minore. Queste, sebbene possano svolgersi in qualsiasi contesto, hanno bisogno di strutture e spazi specifici per poter essere svolte pienamente”.
E anche qui emerge un divario importante tra Nord e Sud. In alcune zone c’è più verde per fare sport all’aria aperta. Gli esempi sono tutti nella cartina interattiva sviluppata da Openpolis, che divide i metri quadri di spazi adibiti ad aree per sport per i residenti in età compresa tra 0 e 17 anni. 

Il report

“Nelle città italiane, le aree per fare sport all’aperto coprono oltre 26 milioni di metri quadri. In rapporto ai quasi 2,7 milioni di residenti con meno di 18 anni nei capoluoghi si tratta di poco meno di 10 metri quadri per minore. Nei capoluoghi del nord-est si raggiunge la cifra più elevata: 23,8 metri quadri per minore. Quelli del centro Italia e del nord-ovest si attestano al di sotto della media nazionale, rispettivamente con 7,5 e 7,6 metri quadri. Molto più lontane le città del sud continentale (5,4) e delle isole (5,2). Queste presentano un dato medio che è quasi la metà di quello rilevato a livello nazionale, molto distanti dagli standard raggiunti dai capoluoghi dell’Italia nord-orientale”, si legge nello studio.
Alcuni esempi pratici: a Pordenone per ogni residente minorenne vi sono 59 metri quadri di verde per fare sport, a Ferrara 66, a Cremona 69, a Ravenna 46, a Belluno 40. Tanto per citare città con buoni risultati, non troppo grandi nel Nord. In Puglia a Barletta la media è di 0,5 metri quadri, a Lecce è di 1,4. Si “salva” Andria, che sfonda i 10 metri quadri, per il resto si è indietro ovunque, da Brindisi (2,6) a Taranto (3,5) e Foggia (3,3), senza dimenticare il capoluogo di Regione, Bari (2,2). I 102mila metri quadri di spazio per attività sportive rappresentano ancora troppo poco se si considera l’estensione della città e soprattutto l’alto numero di ragazzi che vi risiedono (46mila circa). 
Lo studio di OpenPolis ha rilevato meno di 2 mc per minore in 23 capoluoghi italiani, tra questi 13 al Sud (di cui tre nelle Isole). E sono: Trani, Campobasso, Lecce, Pescara, Isernia, Crotone, Matera, Barletta, Reggio Calabria, Salerno, Catania, Sassari e Siracusa. Vi sono poi sei città del Centro (Livorno, Roma, Viterbo, Frosinone, Pesaro, Ascoli Piceno) e quattro del Nord (Genova, Novara, Bologna e Milano). Sono invece dieci i capoluoghi che superano i 40 metri quadri di aree sportive all’aperto per minore: tutti nel Nord-Est, tranne Oristano, Rieti e Cremona. Al Sud, numeri così, sono evidentemente impensabili. 
Il risultato, poi, è che da Roma in giù il tasso di ragazzini obesi è maggiore rispetto che nel resto d’Italia. Non sarà tutto imputabile alla mancanza di luoghi dove fare sport all’aperto, ma è sicuramente un fattore. Un fattore per il quale, qui, i giovani restano sempre più spesso a casa. Anche perché fuori c’è poca roba. E i tempi in cui si giocava a calcio per strada sono finiti. Adesso servirebbe un campetto, un prato. Già, servirebbe.
 

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