Pnrr, investimenti a rischio al Sud. L'allarme di Svimez: «Nei Comuni poco personale»

Adriano Giannola
Adriano Giannola
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Sabato 11 Marzo 2023, 05:00

Le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono fondamentali per gli enti locali. Ma al Sud la capacità di partecipare ai bandi e la tempistica per la realizzazione delle opere rischia di far sfumare questa grande opportunità. Non è una novità ma una conferma preoccupante. 
Lo studio Svimez “I Comuni alla prova del Pnrr” fa emergere diversi gap con le altre realtà del Paese: il 62% dei Comuni del Sud ha giudicato complessa la partecipazione ai bandi contro il 57% di quelli del Centro-Nord. E la realizzazione di un’infrastruttura sociale al Sud richiede nove mesi in più rispetto alla media dei Comuni italiani. Tra i fattori che hanno generato criticità, i Comuni del Sud indicano soprattutto l’eccessiva complessità delle procedure. Oltre il 40% dei Comuni ha avuto necessità di ricorrere a consulenze esterne per la partecipazione ai bandi. Le nuove stime Svimez (l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) sui tempi di realizzazione delle infrastrutture sociali confermano inoltre i divari di capacità realizzativa delle amministrazioni comunali del Mezzogiorno: al Sud si impiegano quasi tre anni per completare un’infrastruttura sociale, nove mesi in più della media italiana e un anno e mezzo in più dei Comuni del Nord-Ovest.

Il questionario in 600 Comuni italiani


Nei mesi di ottobre e novembre 2022 è stato somministrato un questionario semi-strutturato ai responsabili delle procedure legate al Pnrr di 600 Comuni italiani, metà dei quali meridionali. L’indagine è stata svolta in prossimità del termine della fase di allocazione delle risorse, su base competitiva, da parte delle amministrazioni centrali.
«Le opere che procedono più a rilento al Sud sono quelle con investimenti fino a un milione di euro - si legge nell’analisi dell’associazione presieduta da Adriano Giannola - I ritardi si accumulano soprattutto nelle fasi iniziali di affidamento dei lavori, rallentate dalle carenze di personale tecnico specializzato in particolar modo nei piccoli Comuni. La percentuale di personale under 40 dei Comuni è solo del 4,8% nel Mezzogiorno (10,2% nel Centro-Nord); solo il 21,2% dei dipendenti comunali del Mezzogiorno è laureato (28,9% del Centro-Nord)».
La Svimez rimarca poi positivamente il fatto che il decreto Pnrr del febbraio 2023 «abbia dato priorità alle azioni di semplificazione delle procedure per accelerare le tempistiche delle fasi di esecuzione e conclusione degli interventi».

Il nodo del personale carente

Resta invece, secondo l’associazione, solo parzialmente sciolto il nodo dell’espletamento delle fasi iniziali di affidamento, sulle quali pesano maggiormente le carenze di organico degli enti locali. La riduzione del personale con il conseguente mancato ricambio ha, di fatto, bloccato i processi di rigenerazione delle risorse umane, e di aggiornamento e acquisizione di nuove competenze. Altrettanto critica è la struttura per titolo di studio del personale degli enti comunali: nel 2019, solo il 21,2% del personale del Mezzogiorno era in possesso del titolo di laurea, contro il 28,9 del Centro-Nord.
Infine, sempre per quanto concerne le risorse umane, Svimez giudica opportuno l’intervento del governo per favorire la stabilizzazione dei tecnici assunti a tempo determinato nelle amministrazioni centrali e locali aggiungendo che occorre operare sul «rafforzamento degli organici, soprattutto per gli enti territoriali, per i quali le misure si sono limitate, per ora, a consentire nuovi inserimenti di dirigenti».
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