Dalla scuola alle imprese, la "spinta" degli scienziati: «Sì al green pass obbligatorio»

Dalla scuola alle imprese, la "spinta" degli scienziati: «Sì al green pass obbligatorio»
di Vincenzo DAMIANI
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Martedì 27 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22:15

Il green pass “debutterà” in Italia il 6 agosto, ma il governo Draghi pensa già ad ulteriori estensioni come l’obbligo anche per gli esercenti e dipendenti dei locali pubblici dal 20 agosto. E poi c’è discussione e confronto su scuola, pubblica amministrazione, imprese. In Puglia i dipendenti della Pa sono circa 205mila, nelle scuole, invece, mancano all’appello 6.814 lavoratori. La Regione non intende, per il momento, inserire ulteriori categorie, seguirà quelle che saranno le indicazioni nazionali. L’assessore alla Sanità, Pier Luigi Lopalco, nei giorni scorsi si è detto però favorevole al green pass obbligatorio, ritenendolo un «incentivo alla vaccinazione».
E la pensa così anche la professoressa Maria Chironna, responsabile del laboratorio Covid del Policlinico di Bari e coordinatrice della rete dei lavoratori pubblici pugliesi per l’emergenza coronavirus: «Sono pienamente d’accordo sul rendere obbligatorio il green pass in alcuni settori, come può essere la scuola, la pubblica amministrazione e le imprese», dice a Nuovo Quotidiano di Puglia.

Come funziona il Green pass

I green pass sono documenti individuali che certificano una delle seguenti condizioni: l’esito negativo di tampone antigenico o molecolare cui la persona si è sottoposta nelle 48 ore precedenti, l’avvenuta vaccinazione nei 9 mesi precedenti contro il virus Sars-cov-2, la guarigione dal Covid-19 nei 6 mesi precedenti.

La Certificazione verde Covid-19 è richiesta in Italia dal 6 agosto: tutte le informazioni al riguardo sono presenti sul sito del ministero della Salute, che mette anche a disposizione un percorso per ottenere il green pass tramite autenticazione con le credenziali Spid o carta d’identità elettronica (CIE) dotata di microprocessore. Per assistenza tecnica o per richiedere nuovamente il codice ministeriale è possibile contattare il Call center nazionale (e non quello della Regione) al numero 800 91 24 91 (tutti i giorni dalle 8 alle 20) oppure inviare una e-mail a cittadini dgc.gov.it. Sull’obbligatorietà del green pass la comunità scientifica è compatta sul “sì”, meno unità c’è nel resto della comunità, dalla politica (Lega e Fdi contrarie) al commercio.

Le reazioni

«Allo stato attuale purtroppo non abbiamo nessun potere per poter imporre la vaccinazione ai dipendenti, sicuramente è un tema molto delicato, interessante e che merita un approfondimento perché l’obiettivo è sconfiggere la pandemia, ma facciamo semplicemente attenzione a non imporlo in un momento in cui già c’è difficoltà a reperire dipendenti»: evidenzia preoccupato Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio, sull’ipotesi di un green pass obbligatorio per i dipendenti dei locali pubblici. Per cui se dovrà essere adottato, lo si faccia «nei prossimi mesi» ma «evitiamo di farlo nel periodo di massimo picco» come può essere il mese di agosto, sottolinea Calugi, spiegando che ci sarebbero «problemi di gestione», ad esempio «diventerebbe molto complicata la gestione dell’attività di ristorazione all’interno di porti, aeroporti, autostrade. Bisogna sempre scindere tra quello che è un principio, su cui credo siamo tutti d’accordo, e l’applicazione di quel dispositivo», aggiunge il direttore generale di Fipe-Confcommercio, specificando che «l’importante è non sottovalutare l’applicazione concreta di queste norme». L’Associazione Parchi Permanenti Italiani, aderente a Confindustria, ieri invece a espresso «profonda sorpresa e rammarico in merito al provvedimento che impone l’obbligo di green pass per accedere ai parchi divertimento a partire dal 6 agosto». «Il provvedimento, condivisibile nella teoria, non è attuabile nella pratica con un termine di tempo così ravvicinato. Lo Stato rischia di discriminare il 50% dei cittadini, senza peraltro avere le risorse necessarie per garantire loro l’accesso al green pass, qualora ne facessero richiesta», afferma Giuseppe Ira, il presidente dell’associazione. «Una decisione – attacca - che ha ripercussioni purtroppo già evidenti e preoccupanti sulle aziende del nostro settore, a cui per l’ennesima volta è riservato un trattamento iniquo, se comparato con luoghi al chiuso come i centri commerciali».

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