Aziende e crisi economica, dalla meccanica alle acciaierie: le tante imprese che in Puglia resistono

Aziende e crisi economica, dalla meccanica alle acciaierie: le tante imprese che in Puglia resistono
di Federico PIRRO
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Domenica 16 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:20

La congiuntura per l’industria pugliese sta accentuando i suoi caratteri negativi per l’insostenibile costo dell’energia, per il difficoltoso reperimento di componenti per talune produzioni, per il rallentamento della domanda - che tuttavia non sta crollando in vari comparti – e per la disarticolazione di qualche filiera aziendale importatrice di semilavorati dalla Cina. Ma in questo preoccupante scenario non mancano exploit di aziende che, invece, stanno registrando andamenti fortemente positivi. È il caso dell’industria meccanica Lasim di Lecce, guidata da Giampiero Fedele, attiva nel settore dell’automotive che, impiegando 300 addetti in uno stabilimento tecnologicamente avanzatissimo, aveva chiuso il 2020 con 70,2 milioni di fatturato, saliti a 83,1 nel 2021 (con oltre 4 milioni di utili), ma che quest’anno, grazie anche a forti vendite all’estero, salirà a 120 milioni di ricavi, incrementabili a 176 nel 2023. 


Anche questo caso aziendale dimostra quanto lo scrivente e altri studiosi con lui, sulla base di accurate analisi territoriali, affermano da anni e cioè che il nostro apparato industriale, pur con forti oscillazioni di mercato nell’ultimo biennio, rimane solido e sicuramente resiliente e perciò capace di sostenere stress congiunturali anche molto duri, senza subire almeno sinora lesioni strutturali dei suoi comparti trainanti. 

I numeri 


Del resto nel 2021 fatturati ed utili di tante imprese ne hanno evidenziato rispetto al 2020, anno di inizio dell’epidemia, un accentuato recupero, che ha consentito poi o di appianare perdite causate dal covid, o di destinare a riserva utili che oggi stanno consentendo una certa resistenza. 
Questa breve rassegna di imprese di vari settori e province vuole offrire al lettore elementi di conoscenza e riflessione, ricordando ancora una volta - come si vedrà in seguito nei singoli territori - che non sono noti i ricavi di grandi industrie che non hanno sede legale in Puglia, ma che registrano spesso elevati valori delle loro produzioni nei siti localizzati nella nostra regione. I dati citati pertanto si riferiscono ad un panel ampio, ma non esaustivo di Pmi, e di alcune grandi aziende locali o delle quali è stato reso noto il fatturato, come nel caso di Acciaierie d’Italia a Taranto. Sono citati prima i ricavi del 2020 e poi quelli in aumento dello scorso anno.

Lecce

Nel Salento, accanto alla Lasim, operano altre industrie meccaniche locali come ad esempio la TO.MA (produzioni in alluminio) - che è salita dai 25,4 milioni del 2020 ai 53,2 dello scorso anno - la Casta (lavorazioni meccaniche), passata dai 28,3 milioni nel 2020 ai 44,7 del 2021 - la Fonderie De Riccardis, salita dai 10,5 milioni del 2020 ai 17,6 dell’anno dopo - la Zincogam (zincheria) che dai 7,5 milioni del 2021 è passata ai 9,7 dell’anno scorso. Ma nel Salento vi sono altre industrie meccaniche, come il grande sito della Cnh Industrial (macchine movimento terra) con 800 addetti, la Alcar (componentistica per quelle macchine), la Cog (radiatori per auto), la Rossi (motoriduttori) - dell’omonimo gruppo emiliano che ha investito altri 30 milioni nel sito leccese - la Meccanica salentina (carpenteria metallica), oltre alle aziende di impiantistica ferroviaria Fersalento e Armafer ormai di rilievo nazionale.
Nel Tac brillano fra le altre la Leo Shoes - salita dai 147 milioni di ricavi del 2020 ai 2010 del 2021 - la Barbetta Confezioni, passata da un fatturato di 41,8 milioni nel 2020 ai 57,6 del 2021 – e la calzaturiera Italian Fashion Team che dai 29,5 milioni del 2020 è salita ai 36,5 dell’anno dopo. Nel comparto agroalimentare fra le numerose aziende spicca la Industria Alimentare Carni Scarlino che dai 37,1 milioni del 2020 è salita ai 46,9 dello scorso anno. La Martinucci (gelaterie) è passata a sua volta dai 16,5 milioni nel 2021 ai 21,5 nell’anno successivo. 

Taranto

Nel capoluogo ionico, nonostante le complesse e tuttora irrisolte problematiche che riguardano il Siderurgico, apprezzabile è stata la performance dei ricavi di sua pertinenza nella società di controllo, saliti da 1,6 miliardi del 2020 ai 3,3 miliardi dello scorso anno. 
Nell’hinterland anche aziende impiantistiche hanno conseguito buoni risultati come la Modomec - salita dai 21 milioni del 2020 ai 32 del 2021 - il Gruppo Comes che ormai fattura 50 milioni con un impianto anche al Nord, mentre la Zanzar (produzione di zanzariere e infissi, in cui è entrata la 21 Invest di Alessandro Benetton) è passata da 44,5 milioni del 2020 ai 59,8 dell’anno successivo. La Progeva (fertilizzanti) è passata da 11,2 milioni a 13,2. In questo territorio non sono conosciuti i fatturati di grandi player come Leonardo Divisione Aerostrutture, Raffineria dell’Eni, Arsenale della Marina Militare, birrificio della Heineken. 

Brindisi

 A Brindisi apprezzabili sono state le performance di Srb (produzione di zucchero) – da 85,8 a 103,5 milioni - di Ipem (miscelazione di gas petroliferi) - da 80,2 milioni a 126,4 nel 2021; di Sir (trattamento di rottami di ferro) - da 33,2 a 35,3 - di Chemgas - da 15,5 milioni ai 22,1 dell’anno dopo; di Soavegel (alimenti surgelati) salita da 31,3 milioni ai 38,5 del 2021.

E non sono noti i ricavi localmente ascrivibili di Versalis, LyondellBasell, Avio Aero, Leonardo Divisione Elicotteri, Enel produzione, Enipower.

Città metropolitana di Bari

Nell’area metropolitana di Bari Sorgenia Puglia è salita da 150,7 milioni di ricavi del 2021 ai 212,7 dell’anno scorso. Nella meccanica la Td Bosch, pur con le sue criticità, passa da 247,8 milioni a 255,5 nel 2021. Il Centro Acciai Inox sale da 47,8 milioni ai 70,5 dello scorso anno, mentre il Centro Acciai Speciali da 14,1 passa a 27,7 milioni del 2021. La Cmc che produce piattaforme aeree sale da 33,4 a 48,4 milioni nel 2021; la Tecnoacciai con le sue lavorazioni siderurgiche sale da 23,6 milioni ai 38 del 2021. La Nicola Amenduni (macchine olearie) ha aumentato i ricavi da 16,9 milioni ai 21,6 del 2021.
Sempre nella meccanica aumenti si sono registrati per la Takler (componenti per veicoli industriali) - passata da 14,0 milioni ai 31,8 del 2021 - per la Tesmec (costruzioni ferroviarie) - salita da 22,3 a 27,9 milioni nel 2021 - per la Bawer (produzioni per l’automotive) con un aumento da 19,0 milioni nel 2020 a 25,1 l’anno successivo - per la Nuova meridionale Grigliati (da 17,8 a 23,3 milioni l’anno scorso) - per la Ifac (furgoni isotermici) - salita da 15,6 milioni a 19,9 nel 2021 – per la Master (componenti per serramentistica) – con incremento dai 34,9 milioni ai 46,6 del 2021 – per la Icam (magazzini automatizzati) – salita da 11,9 ai 16,3 milioni del 2021. Nel comparto peraltro non sono noti i ricavi degli stabilimenti locali di Marelli, Dana Graziano, Skf.
Anche imprese del legno-mobilio hanno registrato nel 2021 buoni incrementi di fatturati: il Gruppo Natuzzi è passato da 328,3 milioni ai 427,4 dell’anno successivo; la Soft line (produzione di salotti) è salita da 55,0 a 85,1 milioni nel 2021, la Frezza Legnami da 15,6 a 30,1 dell’anno scorso. Nel settore chimico-gomma-vetro la Bridgestone ha registrato un incremento passando da 116,3 ai 160 milioni del 2021; la Vebad (contenitori in vetro) è salita da 63,9 milioni ai 68,6 del 2021, la Gemanco (fertilizzanti) sale da 25,9 ai 31,8 milioni nel 2021. Clamoroso il balzo in avanti registrato dalla Ital-Bi-Oil (produzione di biodiesel di seconda generazione) che è passata da 400,1 milioni nel 2020 agli 866,6 dello scorso anno. 
Nel comparto agroalimentare il Gruppo Casillo, food company ormai di livello internazionale, si è confermata prima azienda di imprenditori pugliesi per fatturato con ricavi di 2,7 miliardi nel 2020 e di 2 miliardi e 795 milioni nel 2021. La Divella è salita da 274,4 milioni nel 2020 ai 300 del 2021. La Olearia Desantis è passata da 84,1 milioni a 101,3 nel 2021. La Capurso Azienda Casearia è salita da 41,3 milioni a 43,2 l’anno scorso, mentre la Oropan (forneria industriale), da 26,4 milioni nel 2021 è passata ai 29,3 dell’anno successivo. 

Bat

In questa provincia fra le numerose aziende che hanno registrato ricavi in aumento nel 2021, la Cofra – industria leader nelle safety shoes - è salita dai 121,9 milioni del 2020 ai 130,3 dello scorso anno; la Sanguedolce (lattiero-caseario) da 36,3 ai 38,9 del 2021; la Stir Compounds da 11,7 ai 25,7 milioni dell’anno scorso. Anche in questa provincia non sono noti i fatturati ascrivibili ai siti locali della Cementeria della Buzzi Unicem e della francese Timac (fertilizzanti).

Foggia


Anche in Capitanata molte aziende hanno visto aumentare i loro ricavi e fra queste si segnala la Olearia Clemente, salita dai 37,9 milioni del 2021 ai 46,7 del 2021. Ma anche in questa provincia non sono noti fra gli altri i ricavi riferibili a grandi impianti come quelli di Chn Industrial, Leonardo Divisione Aerostrutture, Barilla, Princes, Ipzs.
La panoramica tracciata - incompleta a causa di dati non conosciuti di società che non hanno sede legale nei nostri territori, e molto parziale per le aziende locali per ragioni di spazio - ha inteso tuttavia porre in evidenza nel 2021 una capacità di reazione in Puglia di larga parte delle industrie di quasi tutti i comparti, dopo le pesanti flessioni del 2020; una capacità che rivela strutture aziendali tecnologicamente avanzate, notevoli flessibilità operative, elevate capacità imprenditoriali e manageriali e qualificazione ed anche grande spirito di sacrificio delle maestranze. Questo patrimonio manifatturiero non è andato disperso in questa seconda durissima metà del 2022 e continuerà a costituire la spina dorsale della nostra economia.
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